Il viaggio della discordia di Scholz a Pechino

Olaf Scholz è cancelliere federale della Germania dal 2021
Olaf Scholz è cancelliere federale della Germania dal 2021 Diritti d'autore Michael Sohn/AP
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Di Chris Pilcher
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Prima la freddezza del governo francese, poi gli avvertimenti dalla Commissione e le critiche dal resto d'Europa: la strategia diplomatica della Germania nei confronti della Cina continua a creare scontento

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Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si recherà a Pechino questa settimana per una visita che si sta rivelando molto più controversa del previsto. Il viaggio cade in un momento in cui l'Unione europea cerca di ridurre la sua dipendenza dalla Cina, considerata allo stesso tempo sia un "partner" che un "rivale sistemico".

Un viaggio contestato

 Tra le critiche spicca quella del deputato belga, Samuel Cogolati, uno degli esponenti politici europei sanzionati dal governo cinese l'anno scorso.

"Se la guerra in Ucraina ci ha insegnato qualcosa, è che l'Unione Europea è più forte quando i 27 parlano con una voce sola. Chiaramente non sarà così se Scholz andrà da solo a Pechino, in rappresentanza soltanto del suo Stato. E questo è davvero un peccato".

Ma è solo l'ultimo tassello di una strategia complessiva adottata da Berlino nei confronti di Pechino, che poco piace ai suoi alleati. Le frizioni più evidenti sono quelle con la Francia, dissimulate da un recente incontro tra lo stesso Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron a Parigi.

La Commissione Europea, poi, ha recentemente avvertito le capitali nazionali di non peccare di "ingenuità" riguardo agli investimenti cinesi nelle infrastrutture critiche del continente: un suggerimento facilmente accostabile alla Germania, che la scorsa settimana ha permesso alla compagnia di stato cinese Cosco di acquistare una quota del porto di Amburgo, snodo commerciale cruciale per l'Europa. 

In molti a Bruxelles, vedono questo atteggiamento tedesco come propedeutico alla tutela dei propri interessi, piuttosto che quelli dell'Unione.

"Tutti dicono che questo è il momento di ridurre la dipendenza dalla Cina. O almeno si dovrebbe essere meno dipendenti e meno coinvolti in un sistema economico cinese che sta entrando in una fase convulsa", afferma a Euronews Andrew Small, senior fellow presso il German Marshal Fund. "Penso che la confusione generata da questo viaggio nasca dal fatto che nessuno ha chiarito quale sia l'intento reale della missione diplomatica".

Scholz vedrà priobabilmente il presidente cinese Xi Jinping, che si è appena assicurato uno storico terzo mandato e mantiene sempre più salde le redini del Paese asiatico. Con cui i motivi di frizione non mancano, dalla situazione di Taiwan all'ambigua posizione cinese sulla guerra in Ucraina. Tutti aspetti difficili da ignorare in nome del commercio e delle relazioni bilaterali.

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