Boris Johnson presenta alla Camera dei Comuni a Westminster una proposta di legge per rinegoziare unilateralmente l'accordo-Brexit sull'Ulster, ma l'Unione europea dice "No"
Una Brexit che non finisce mai.
E' di nuovo scontro tra Londra e Bruxelles: lunedi il premier britannico Boris Johnson hadepositato alla Camera dei Comuni a Westminster la proposta di legge per modificare unilateralmente il Protocollo-Brexit per l'Irlanda del Nord.
La ministra degli Esteri britannica, Liz Truss, ha difeso l'iniziativa di Johnson, definendola una "soluzione ragionevole".
Il Protocollo, sulla carta, doveva salvaguardare l'Accordo di Pace del Venerdì Santo del 1998, che impedisce di istituire un confine rigido tra la Repubblica d'Irlanda e l'Irlanda del Nord.
L'iniziativa di Londra non l'ha presa bene il vice-presidente della Commissione europea, Maroš Šefčovič: non solo l'Ue "non rinegozierà il Protocollo", ma valuta la possibilità di riprendere la procedura d'infrazione contro il Regno Unito.
La ministra degli Esteri, Liz Truss, ha twittato anche dopo il colloquio con ll premier irlandese Michael Martin, scrivendo: "Siamo aperti ai negoziati, ma non possiamo aspettare ancora per risolvere i problemi".
Da Cork, ribatte cosi il primo ministro irlandese:
"Noi non accettiamo il racconto del governo britannico o di alcuni ministri, in base al quale l'Unione europea sarebbe priva di flessibilità, e cose del genere. Non è così, assolutamente, l'Unione europea è stata estremamente propositiva, nell'ultimo anno, nel cercare soluzioni ai problemi concreti nell'implementazione del protocollo".
La proposta di legge inglese ha riacceso le polemiche anche a Belfast.
La maggioranza dei parlamentari nord-irlandesi (52 su di 90) - appartenenti ai partiti repubblicani Sinn Fein e Sdlp, oltre all'Alliance Party (formazione progressista non settaria) - ha inviato una lettera al premier britannico Johnson: i parlamentari dell'Irlanda del nord si oppongono con forza all'eventuale rinegoziazione del protocollo.