Ue, crolla la produzione di energia elettrica da fossili e crescono le rinnovabili

L'eolico e l'energia solare produrranno il 27% dell'elettricità del blocco nel 2023.
L'eolico e l'energia solare produrranno il 27% dell'elettricità del blocco nel 2023. Diritti d'autore AP Photo/Ferdinand Ostrop/Alvaro Barrientos
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Di Lottie Limb
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Nel 2023 si è registrato un "crollo senza precedenti" nella produzione di energia elettrica da carbone e a gas nell'UE

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L'anno scorso, per la prima volta, l'energia elettrica in Europa è stata prodotta più grazie all'eolico che al gas fossile. È quanto emerge dall'ultimo rapporto annuale del think tank specializzato Ember, ricco di statistiche positive sulla transizione energetica dell'UE.

L'eolico e il solare hanno raggiunto il27% del mix energetico comunitario nel 2023: un record che ha permesso di superare per la prima volta la soglia di un quarto del totale. Il carbone e il gas hanno subito invece una flessione, con il primo in particolare che è sceso al livello più basso di sempre, con appena il 12% della produzione di energia elettrica nell'UE.

"Il settore energetico europeo si trova nel mezzo di un cambiamento epocale", afferma Sarah Brown, direttrice del programma Europa di Ember. "I combustibili fossili stanno giocando un ruolo sempre più ridotto, mentre si va delineando un sistema che ha come spina dorsale l'energia eolica e solare".

Secondo gli analisti, anche il calo della domanda complessiva ha contribuito al "crollo senza precedenti" della produzione da carbone e gas: la crisi energetica continua infatti a comprimere la richiesta da parte di famiglie e aziende. Con la notiziache l'UE punterà a una riduzione del 90% delle emissioni nette di gas serra entro il 2040, ecco come le energie rinnovabili stanno accelerando il passo.

Come cambia il mix energetico dell'UE

L'anno scorso, in particolare, la produzione da eolico è cresciuta del 13%, raggiungendo il 18% del mix europeo, con 475 TWh (all'incirca il totale della domanda di elettricità di una nazione come la Francia). Soprattutto, ha superato il gas, che si è fermato al 17%. Il solare, invece, ha generato il 9% dell'energia elettrica europea.Complessivamente, le fonti rinnovabili sono salite a una quota record del 44% dell'energia elettrica dell'UE nel 2023, con anche l'energia idroelettrica che si è ripresa dai minimi del 2022.

L'eolico con il 18% ha per la prima volta superato il gas fossile, fermo al 17%, 2023
L'eolico con il 18% ha per la prima volta superato il gas fossile, fermo al 17%, 2023Ember

Ma qual è il Paese che sta guidando questa rivoluzione eolica? Dipende dal metro di misura, ma ce ne sono alcuni in cima alla classifica: il 58% dell'elettricità della Danimarca proviene da pale e turbine, ma la Germania genera la quantità più alta in assoluto, con 141 TWh e la Svezia presenta il dato pro capite più alto.

La Germania ha anche registrato il maggior incremento nella produzione di energia eolica, seguita da Francia e Paesi Bassi: "L'anno scorso, in occasione della Cop28, l'UE ha dato un forte impulso per impegnare il mondo a eliminare gradualmente i combustibili fossili", osserva Pieter de Pous, responsabile del programma presso il think tank E3G. "Questi dati sul mercato dell'energia elettrica per il 2023 dimostrano che non si trattava solo di chiacchiere: l'UE ha compiuto progressi significativi nel passaggio a un sistema energetico privo di combustibili fossili, con energie rinnovabili a basso costo che eliminano definitivamente la domanda di carbone e gas".

Nel 2023 la produzione di carbone ha subito un calo record del 26%. Questa diminuzione non ha portato a un aumento del gas, che è sceso anch'esso del 15%, segnando la più forte riduzione annuale almeno dal 1990.

Perché la domanda di elettricità dell'UE è diminuita nel 2023

Le rinnovabili non possono prendersi però tutto il merito, perché la domanda di elettricità dell'UE è scesa del 3,4% nel 2023 rispetto al 2022 e del 6,4% rispetto ai livelli del 2021, quando è iniziata la crisi energetica.In particolare, i settori ad alta intensità energetica come la siderurgia, la chimica e la carta sono stati probabilmente colpiti dall'aumento dei prezzi del gas.

Anche il clima mite e il risparmio e l'efficienza energetica hanno contribuito a ridurre il fabbisogno di elettricità, sebbene l'elettrificazione abbia aumentato la domanda.

Il calo senza precedenti della produzione di energia elettrica da carbone e gas nell'UE, nel 2023
Il calo senza precedenti della produzione di energia elettrica da carbone e gas nell'UE, nel 2023Ember

Ciò è testimoniato dai tre milioni di pompe di calore e dai tre milioni di auto elettriche venduti nell'UE dal 2021: "Con il decollo dell'elettrificazione, l'UE entrerà in una nuova era di aumento della domanda di elettricità", afferma Dave Jones, global insights director di Ember. "Le energie rinnovabili dovranno tenere il passo con l'aumento della domanda per garantire i tagli alle emissioni necessari per salvaguardare il clima".

È interessante notare che, mentre la crisi energetica ha ridotto la domanda di elettricità in quasi tutti i Paesi l'anno scorso - soprattutto in Slovacchia e Romania - Irlanda, Cipro e Portogallo hanno registrato un aumento. In Irlanda, gran parte di tale dinamica è stata determinata dai data center, che nel 2022 hanno consumato ben il 18% dell'elettricità del Paese, con un aumento del 400% rispetto al 2015, secondo i dati ufficiali.

L'UE deve ancora aumentare eolico e solare per centrare i propri obiettivi climatici

Sebbene ci sia senza dubbio da festeggiare, gli esperti di energia avvertono che la transizione ha ancora molta strada da fare: "La crisi energetica e l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia non hanno portato alla rinascita del carbone e del gas, tutt'altro. Il carbone si sta avvicinando all'eliminazione graduale e, con la crescita dell'eolico e del solare, il gas sarà il prossimo a entrare in declino definitivo", afferma Brown di Ember. "Tuttavia, non è il momento di compiacersi. L'UE ha bisogno di un'attenzione estrema per la rapida diffusione dell'eolico, del solare, e flessibilità per creare un sistema libero dai combustibili fossili".

Il piano REPowerEU che punta a mantenere in vita l'obiettivo degli 1,5°C di riscaldamento globale dipende dal fatto che il 55% dell'elettricità provenga proprio da eolico e solare entro il 2030. Si tratta di una percentuale quasi doppia rispetto a quella attuale, che si attesta al 27% per le due principali fonti rinnovabili. Sebbene la produzione da solare sia aumentata lo scorso anno, la sua crescita annuale è stata inferiore del 25% rispetto al 2022. E anche l'energia eolica è lontana dal +15% che dovrebbe centrare ogni anno, fino alla fine del 2030.

"Mentre alcuni Paesi si stanno affrettando a diffondere più energia eolica e solare, cogliendo anche un'opportunità sociale ed economica, altri, in particolare nell'Europa centrale e orientale alcuni Stati sono in ritardo e rischiano di perdere terreno", commenta Martin Hojsík, vicepresidente del Parlamento europeo (Renew Europe, Slovacchia progressista). Secondo il quale l'Europa deve passare all'energia pulita per "proteggersi" dai rischi di sicurezza legati all'importazione di combustibili fossili, oltreché per raccogliere i benefici della transizione energetica.

Per raggiungere questo obiettivo, non sono solo le energie rinnovabili a dover essere introdotte più velocemente, ma anche i "fattori necessari a livello di sistema", come le reti e lo stoccaggio dell'energia.

Il nuovo obiettivo climatico per il 2040 accelererà la crescita delle rinnovabili nell'UE?

Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, la Commissione europea ha annunciato questa settimana un nuovo obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni nette di gas serra, entro il 2040. Questo nuovo target è ancora oggetto di dibattito da parte dei legislatori dell'UE e non diventerà legalmente vincolante fino a dopo le elezioni del Parlamento europeo a giugno, quando verrà formata una nuova Commissione.

Ma gli esperti di energie rinnovabili hanno accolto con favore il segnale "ambizioso" di Bruxelles. "Un obiettivo del -90% apre la strada a un'azione decisiva per la decarbonizzazione del nostro settore energetico: il primo, cruciale passo sulla via dello zero netto. Dovrebbe essere chiaro che non c'è più tempo da perdere per costruire altre infrastrutture per combustibili fossili", afferma Elisabeth Cremona, analista di dati sull'energia e sul clima presso Ember.

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"Un obiettivo ambizioso aiuta a stabilire una chiara direzione di marcia per allontanarsi da carbone, petrolio e gas, in particolare per sbloccare tutte le infrastrutture di supporto che consentiranno una rapida diffusione delle rinnovabili e un'elettrificazione pulita", spiega Walburga Hemetsberger, CEO di SolarPower Europe, secondo la quale il settore solare "sostiene con convinzione" il nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni: "Ci auguriamo che questo messaggio venga recepito in una legge dedicata all'elettrificazione È importante che la proposta prenda in considerazione anche l'agenda degli investimenti, che riconosce la necessità di aumentare i finanziamenti pubblici e privat****i, come il Fondo per l'innovazione, e porre fine ai sussidi per i combustibili fossili".

I gruppi che si occupano di giustizia climatica, tuttavia, sono meno impressionati. Friends of the Earth Europe, ad esempio, sostiene che i tagli alle emissioni proposti non sono all'altezza dell'obbligo storico dell'UE di raggiungere "emissioni realmente zero" molto prima del 2050: "C'è un buco nero dove dovrebbe esserci la fine dei combustibili fossili. L'Europa deve definire una data di scadenza per la sua dipendenza dai combustibili fossili - molto prima del 2050 - e smettere di compiacere l'industria dei combustibili fossili con pericolose scappatoie ed elusioni come la CCS (carbon capture storage)".

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