A Samarcanda la Conferenza internazionale sulla sicurezza alimentare

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Di Galina Polonskaya
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Nel 2022 735 milioni di persone sul pianeta hanno sofferto la fame e la mancanza di accesso al cibo e a diete sane

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A inizio settembre Samarcanda, in Uzbekistan, ha ospitato la Conferenza internazionale sulla sicurezza alimentare. Nel 2022 735 milioni di persone sul pianeta hanno sofferto la fame e la mancanza di accesso al cibo e a diete sane: un problema globale che rimane irrisolto. I partecipanti alla conferenza hanno sollecitato un'azione congiunta per garantire la sicurezza alimentare alle popolazioni nel mondo.

La conferenza è stata organizzata dall'Uzbekistan con il sostegno dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura e ha visto la partecipazione dei ministri dell'Agricoltura di molti Paesi e dei maggiori esperti di sicurezza alimentare. Quanto è realistico raggiungere l'obiettivo fame zero entro il 2030? Questo è stato uno dei temi principali del vertice.

"Purtroppo, stando a quanto ci dicono i dati al momento, sembra che non riusciremo a raggiungere l'obiettivo - dice Corinna Hawkes, direttrice della divisione Sistemi alimentari e sicurezza alimentare della Fao -. Ciò che è urgentemente necessario è la cooperazione. Abbiamo sistemi alimentari che non garantiscono la sicurezza alimentare. Per risolvere le questioni legate all'economia, all'ambiente, alla salute o ai problemi sociali che fanno parte dei sistemi alimentari, è necessario che le persone che lavorano su questi temi si parlino e collaborino tra loro."

Conflitti armati, interruzioni delle catene di approvvigionamento, povertà, cambiamenti climatici: sono molte le minacce alla sicurezza alimentare e il numero di persone sul pianeta che non hanno cibo a sufficienza è aumentato. Dal 2019 oltre 122 milioni di persone in più soffrono la fame a causa di conflitti, pandemie e ripetuti shock climatici.

"La ragioni dell'attuale insicurezza alimentare in Paesi come l'Afghanistan e lo Yemen sono il cambiamento climatico e l'instabilità sociale ed economica - dice Yerlan Baidaulet, direttore generale dell'Organizzazione islamica per la sicurezza alimentare -. Abbiamo discusso di una partnership globale. Questa è la soluzione principale per noi: portare risorse, persone e metodi scientifici sul campo".

Secondo le proiezioni attuali nel 2030 670 milioni di persone soffriranno ancora la fame. "C'è la questione dell'accessibilità al cibo e dell'economicità - dice Aly Abousabaa, direttore del Centro internazionale per la Ricerca agricola nelle aree aride -. È molto importante cercare modi per migliorare il reddito degli agricoltori e di chi vive nelle aree rurali, attraverso la diversificazione dei mezzi di sussistenza e la creazione di opportunità".

Le nuove tecnologie, le innovazioni e la scienza potrebbero svolgere un ruolo chiave nella trasformazione dei sistemi agroalimentari, uno dei pilastri della sicurezza alimentare. "È molto importante collegare questo pensiero strategico sull'innovazione, la tecnologia e la scienza e portarlo a livello della comunità per assicurarsi che vi abbiano accesso - dice Vincent Martin, direttore dell'ufficio per l'Innovazione della Fao -. Una delle grandi lacune che riscontriamo è che le persone che hanno più bisogno di queste innovazioni sono quelle che non vi hanno accesso. C'è un divario nell'accesso e dobbiamo colmarlo".

La sicurezza alimentare è tra le priorità dell'Uzbekistan, un Paese con un doppio sbocco sul mare che deve affrontare diverse sfide legate al cambiamento climatico. La strategia del Paese è quella di ridurre il consumo di acqua in agricoltura, implementando moderne tecnologie di risparmio idrico. La questione delle risorse idriche è una delle sfide più impegnative per i Paesi dell'Asia centrale.

"Insieme ai nostri vicini stiamo già lavorando in questa direzione, non solo sul risparmio delle risorse idriche - dice Aziz Voitov, ministro dell'Agricoltura dell'Uzbekistan -. Abbiamo parlato con i nostri partner vicini di un uso congiunto efficiente della terra e della produzione di beni. Insieme possiamo lavorare efficacemente nella direzione della sicurezza alimentare".

Il distretto di Jomboy ospita Bogbon, un complesso agricolo innovativo che è direttamente collegato alla strategia per la sicurezza alimentare del Paese. Qui, nei laboratori InVitro, si coltivano portainnesti clonali di vari alberi da frutto.

Secondo gli scienziati questi portainnesti sono resistenti ai cambiamenti climatici e alle malattie. Questo complesso da 2,6 milioni di dollari è uno dei migliaia di beneficiari del vasto progetto governativo di sviluppo dell'orticoltura, sostenuto dalla Banca mondiale e dall'Unione europea. "Il nostro portinnesto può sopravvivere alla salinità del suolo e alla carenza d'acqua - dice Daler Subkhanov, direttore generale del complesso agricolo di Bogbon -. Basta procurarselo e piantarlo in qualsiasi terreno".

Nel laboratorio del complesso si analizzano campioni di terreno provenienti da varie regioni del Paese. Grazie a questo lavoro di analisi gli agricoltori possono acquistare i portainnesti che cresceranno meglio sul loro terreno. "Il vantaggio di questi portainnesti è che sono privi di virus e funghi - dice un agricoltore -. I portainnesti di queste piantine sono adatti specificamente al terreno locale e questo garantisce un buon raccolto".

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