La Bce alza ancora i tassi d'interesse (sulla scia della Fed)

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La Bce alza ancora i tassi d'interesse (sulla scia della Fed) anche se l'inflazione è in discesa

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La Banca Centrale Europea ha alzato i tassi di interesse per la nona volta consecutiva in un anno. L'aumento del costo del denaro fa parte della strategia della Bce guidata da Christine Lagarde per riportare l'inflazione sotto la soglia del 2 per cento, considerata fisiologica per un sistema economico in salute.

L'aumento di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,25%, quello sui depositi al 3,75%, e quello sui prestiti marginali al 4,50%.

Il timore ora è che per contenere l'inflazione le economie dell'eurozona possando andare incontro a una recessione. Ma Lagarde non ha escluso ulteriori aumenti anche nel futuro prossimo, se l'aumento dei prezzi non tornerà a livelli sostenibili.

"Rimaniamo aperti su quali saranno le decisioni a settembre e nelle riunioni successive", ha detto ai giornalisti. "Quindi potremmo aumentare o trattenere. E ciò che si deciderà a settembre non è definitivo. Può variare da una riunione all'altra".

Le banche centrali di tutto il mondo hanno aumentato i costi del denaro per combattere l'inflazione dilagante, che ha interessato in particolar modo il costo dell'energia, dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, con ricadute su tutte le altre catene del valore, a partire dalla filiera alimentare. L'aumento dei prezzi del grano spaventa in particolar modo la popolazione dei Paesi del Sud globale.

Per quanto tempo continueranno i rialzi?

Ora ci si chiede se i rapidi rialzi dei tassi siano giunti al capolinea.

La mossa della Bce è arrivata dopo quella della Federal Reserve statunitense, che mercoledì ha aumentare il tasso d'interesse, del 0.25 per cento) per l'undicesima volta in 17 mesi. Il presidente della Fed Jerome Powell non si è pronunciato sull'eventualità di ulteriori aumenti dei tassi, anche se l'inflazione negli Stati Uniti è più bassa (3%) che in Europa.

L'inflazione nell'eurozona è scesa dal picco dal 10,6 per cento di ottobre. A giugno ha toccato quota 5,5 per cento, ancora molto al di sopra dell'obiettivo del e per cento.

Si tratta di una doppia botta per le famiglie e le imprese: i picchi dei prezzi si accompagnano a tassi più alti, che rendono più costoso per le persone ottenere prestiti per l'acquisto di case e automobili o per le aziende acquistare nuove attrezzature o costruire impianti.

Segnali postivi

Gli aumenti del costo del denaro dell'ultimo anno stanno sortendo i primi effeti. Con gli interessi sui mutui più alti, il mercato immobiliare rallenta, e se circola meno denaro i prezzi si abbassano, dice, in soldoni, la teoria economica. 

La Bce non ha esculso nuovi aumenti in futuro, già a settembre, se saranno necessari.

"La BCE corre nuovamente il rischio di essere in ritardo rispetto alla curva. Questa volta non per essere stata troppo benevola sull'inflazione, ma piuttosto per essere stata troppo ottimista e troppo benevola sull'impatto economico delle sue stesse misure politiche", ha affermato Carsten Brzeski, capo economista della zona euro presso ING Bank

La Lagarde ha riconosciuto che "le prospettive economiche per l'area dell'euro si sono deteriorate" e rimarranno deboli nel breve periodo. Ma si prevede che l'inflazione scenda e che i redditi aumentino, favorendo la ripresa dell'economia.

I rialzi dei tassi stanno già funzionando: i prezzi delle case hanno iniziato a scendere dopo un rally durato anni e i prestiti alle imprese sono al livello più basso da quando le statistiche sono iniziate nel 2003. Anche le prospettive delle imprese edili in Germania hanno raggiunto il livello più basso dal 2010.

I timori di recessione si concentrano sulla Germania

La Germania ha già registrato due trimestri consecutivi di calo della produzione economica, criterio che soddisfa una delle definizioni di recessione. Un terzo è possibile, con i dati relativi al periodo aprile-giugno che verranno pubblicati venerdì.

L'economia tedesca sta attraversando una "lenta recessione", "bloccata nella zona crepuscolare tra stagnazione e recessione", afferma Brzeski.

Anche l'economia dell'intera zona euro ha subito una lieve contrazione nei primi tre mesi dell'anno, registrando il secondo calo trimestrale consecutivo. I dati preliminari del secondo trimestre sono attesi per lunedì.

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