Il rimbalzo dopo le minacce di Trump all'Iran e con la comunicazione che le riserve statunitensi di greggio sono inferiori al previsto
In borsa una giornata di tregua per i titoli del petrolio dopo il rimbalzo importante a Wall Street e conseguente chiusura positiva delle borse europee. Londra (+2,3%), Francoforte (+1,61%), Parigi (+1,25%), Milano +1,9 % e Madrid (+1,28%).
Tuttavia il costo del barile è ai minimi storici per la scarsa domanda, conseguenza della crisi del coronavirus. Crisi che ha bloccato prima di tutti il principale importatore al mondo, la Cina, e poi via via aerei, farbbriche e uffici in mezzo mondo.
I produttori di petrolio invece hanno continuato a pompare accordandosi solo tardivamente per un taglio della produzione e si sono ritrovati in molti casi senza neppure siti di stoccaggio, col petrolio il cui costo a litro è vicino a quello dell'acqua in bottiglia e il succo d'arancia che costa di più.
"Fondamentalmente quello che sta accadendo ai produttori di greggio è qualcosa di analogo a quello che succede ai produttori di latte - nota John Kilduff, analista energetico, partner di Again Capital - quando producono troppo e sono costretti a gettarlo. Siamo in una situazione assurda, il prezzo del petrolio è crollato e oggi i produttori pagano per liberarsi delle scorte". Ovviamente vanno fatti i dovuti distinguo sulla ricchezza dei petrolieri e quella dei produttori di latte...
Comunque questo mercoledì le minacce di Trump di bombardare le cannoniere iraniane che infastidiscano navi statunitensi, e la comunicazione che le riserve americane sono inferiori alle previsioni, hanno fatto rimbalzare i prezzi: il Wti è salito dell'11,41% a 12,91 dollari al barile e il Brent è salito del 6,62% fino a 20,61 dollari a barile.
Naturalmente col costo del barile che resta a meno di un terzo rispetto allo scorso autunno, il rimbalzo aiuta poco. L'impatto diretto sull'economia sarà una perdita di posti di lavoro legata o direttamente alla bancarotta dei petrolieri o all'enorme riduzione della produzione.
Le conseguenze saranno importanti. I Paesi produttori di petrolio, infatti, dipendono fortemente dall'oro nero e il loro assetto sociale potrebbe uscire sconvolto dal prolungarsi di uno stop delle attività.
D'altro canto un prezzo del petrolio basso potrebbe aiutare gli altri Paesi ad uscire dalla crisi, quando sarà il momento, ma secondo tutte le stime la domanda resterà bassa ancora a lungo.