La visita del Presidente cinese Xi Jinping in Europa ha riaperto la questione dell'indagine della Commissione europea sui possibili sussidi ai produttori di auto elettriche in Cina
Gli scambi commerciali sono al centro della visita del presidente cinese in Europa. L'Unione europea deve gli strumenti a disposizione per difendere l'industria delle auto elettriche da Pechino?
Lo scalo di Xi Jinping in Ungheria non è insignificante da questo punto di vista. Budapest è considerata la porta d'ingresso della Cina nell'Ue e Pechino sta investendo molto in fabbriche di veicoli elettrici.
Il boom di veicoli elettrici cinesi nel mercato europeo
"In Ungheria ci sono molti investimenti cinesi nelle aziende produttrici di batterie per auto. L'Ungheria ha tutte le carte in regola per diventare una nazione leader in Europa, ad esempio nella produzione di veicoli elettrici", afferma Victor Gao, vicepresidente di China and Globalization.
Le auto elettriche cinesi rappresentavano il 3,7 per cento del mercato europeo nel 2022, rispetto allo 0,4 per cento del 2019. Questo passo avanti potrebbe essere il risultato di una concorrenza sleale. Per questo motivo, lo scorso autunno la Commissione europea ha avviato un'indagine su eventuali sovvenzioni statali ai produttori cinesi.
In media i veicoli provenienti dalla Cina sono più economici del 20 per cento rispetto ai modelli europei. Secondo le stime di Allianz, da qui al 2030 l'industria automobilistica dell'Ue potrebbe perdere più di 7 miliardi di euro all'anno in profitti netti a causa della concorrenza cinese.
Ma dietro questa battaglia si nascondono altre questioni, spiega Niclas Poitiers, ricercatore del Bruegel Institute. "Se non mandiamo un segnale forte della nostra disponibilità ad applicare la libera concorrenza e l'apertura dei mercati, molti altri settori rischiano di essere colpiti da questo tipo di concorrenza sleale cinese".
Tuttavia, l'avvio di indagini non significa che verranno automaticamente introdotti ulteriori dazi doganali. Dal 2008, la Commissione ha avviato 342 indagini sulle sovvenzioni concesse alle importazioni dalla Cina, 101 delle quali non hanno dato luogo a dazi compensativi. L'esito di queste indagini è atteso nelle prossime settimane.