Gaza, altra tragedia: non si apre il paracadute dei pacchi lanciati dal cielo, cinque morti

Stati Uniti e Paesi arabi hanno iniziato a paracadutare gli aiuti umanitari su Gaza. Una consegna di questo tipo ha ucciso cinque palestinesi lil 7 marzo 2024
Stati Uniti e Paesi arabi hanno iniziato a paracadutare gli aiuti umanitari su Gaza. Una consegna di questo tipo ha ucciso cinque palestinesi lil 7 marzo 2024 Diritti d'autore Leo Correa/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Leo Correa/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Gabriele Barbati
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

In un modo o nell'altro si muore a Gaza, dove il bilancio di sei mesi di guerra è arrivato a quasi 31mila vittime. Si muore per la mancanza di beni di prima necessità, ma anche quando gli aiuti arrivano. Usa e Europa studiano alternative per assistere 2 milioni di palestinesi allo stremo

PUBBLICITÀ

A Gaza si muore purtroppo anche quando gli aiuti arrivano. Venerdì cinque persone sono rimaste uccise nel nord di Gaza, secondo le autorità locali, quando i paracaduti non si sono aperti e dei pacchi di prima necessità, sganciati sul campo profughi di Al-Shati, hanno colpito un gruppo di persone che li stava aspettando.

L'incidente sottolinea nella maniera più tragica quanto sostenuto dalle organizzazioni umanitarie sin dai primi lanci nei giorni scorsi: gli aiuti dal cielo non funzionano.

Perché gli aiuti dal cielo non sono una soluzione per Gaza

Portare aiuti a Gaza in questo modo (gli Stati Uniti sono già al quinto lancio di vettovaglie dagli aerei) è inefficiente, insufficiente e a questo punto anche pericoloso, specialmente con centinaia di camion carichi di tutto il necessario bloccate da settimane dal lato egiziano del valico di Rafah.

"Non posso fare a meno di ripetere che l'aria e il mare non sostituiscono la terraferma" ha dichiarato giovedì dopo un briefing al consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Sigrid Kaag, la coordinatrice Onu per gli aiuti umanitari e la ricostruzione a Gaza.

Muovere gli aiuti da Israele invece che dall'Egitto sarebbe addirittura più efficiente, ha sottolineato la portavoce dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi.

"Ci sono diversi valichi che collegano Israele alla Striscia di Gaza ed è ciò che usavamo prima della guerra", tra cui quelli di Kerem Shalom e di Karni, ha detto Juliette Touma ad Al Jazeera. 

Usa e Ue tentano la carta di corridoi umanitari via mare per Gaza

Stati Uniti ed Unione europea stanno valutando ogni maniera possibile di aggirare la resistenza di Israele e fornire assistenza a oltre due milioni di palestinesi, che le Nazioni Unite non riescono praticamente più a sostenere. 

Decine di bambini sono già morte di denutrizione nel nord di Gaza, la parte più isolata dopo l'invasione dell'esercito israeliano. I militari dell'Idf controllano quasi tutta la Striscia a eccezione della fascia a ridosso del confine egiziano dove si accalca in tendopoli di fortuna la maggioranza degli sfollati.

La comunità internazionale sta facendo pressione su Hamas e Israele perché raggiungano un accordo di cessate il fuoco che consentirebbe l'entrata dei tir con gli aiuti.

L'Ue ha annunciato venerdì la partenza di una nave da Cipro per testare una via marittima per gli aiuti e approdare questo fine settimana nel porto di Gaza.

Da parte sua il presidente degli Usa, Joe Biden, ha comunicato giovedì l'intenzione di costruire un molo provvisorio per scaricare i materiali nel porto, senza tuttavia che alcun militare sbarchi a terra.

Biden ha scelto per l'annuncio uno degli interventi più importanti, il discorso annuale sullo Stato dell'Unione.

Le ragioni per cui un porto degli Usa nella Striscia non funziona

La risonanza dell'annuncio di Biden non copre i dubbi sull'iniziativa. L'infrastruttura portuale di Gaza è piccola, danneggiata da anni di bombardamenti e in acque poco profonde.

Grossi dubbi anche sui tempi di questo progetto, visto che dovrebbero arrivare reparti specializzati della marina degli Stati Uniti a costruire il molo, e sulla logistica a terra essendo la costa una zona di combattimenti. 

Il 29 febbraio, almeno 112 palestinesi sono stati uccisi e più di 750 feriti quando le truppe israeliane hanno sparato sulle persone in attesa della distribuzione degli aiuti alimentari a sud-ovest di Gaza City.

Dalla presa del potere di Hamas a Gaza, Israele applica un blocco navale alla Striscia che limita la pesca locale a pochi chilometri dalla spiaggia. Dall'inizio delle operazioni militari sei mesi fa, in quella porzione del Mediterraneo orientale operano e bombardano navi da guerra. 

Israele ha accettato l'idea del corridoio marittimo, specificando però di volere controllare qualsiasi merce che transiterà dal blocco navale.

I bombardamenti sulla Striscia hanno ucciso altre nove persone venerdì a Rafah e due a Gaza City.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Il caso dell'Unrwa rivela un problema più ampio con gli aiuti umanitari

Israele: gli sforzi di Netanyahu per impedire mandato arresto Cpi, colloquio telefonico con Biden su tregua

Guerra a Gaza: sviluppi negli accordi tra Hamas e Israele, mercantile carico di aiuti parte da Cipro