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Gaza, accordo Schlein-Meloni: l'Italia chiede il cessate il fuoco tra Israele e Hamas

La leader dell'opposizione, Elly Schlein, in Parlamento dopo l'elezione a segretaria del Partito Democratico (15 marzo 2023)
La leader dell'opposizione, Elly Schlein, in Parlamento dopo l'elezione a segretaria del Partito Democratico (15 marzo 2023) Diritti d'autore Andrew Medichini/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Andrew Medichini/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Di Gabriele Barbati
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La mozione approvata dal Parlamento impegna il governo italiano a chiedere il cessate il fuoco nella Striscia. Accordo raggiunto dopo telefonate tra la premier Giorgia Meloni e la leader dell'opposizione, Elly Schlein. La decisione segue gli appelli per Gaza fatti dai cantanti al Festival di Sanremo

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L'Italia si è impegnata per la prima volta, con una mozione votata martedì in Parlamento, a chiedere un cessate il fuoco a Gaza seguendo la linea intrapresa dalla comunità internazionale.

"Il Parlamento impegna il governo a sostenere ogni iniziativa volta a perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e a chiedere un immediato cessate il fuco umanitario a Gaza" recita il testo proposto dal Partito Democratico (Pd), approvato con i voti dell'opposizione e l'astensione di 159 deputati della maggioranza.

L'astensione ha consentito l'inserimento e l'approvazione del passaggio sulla tregua, dopo due conversazioni telefoniche tra la segretaria del Pd, Elly Schlein, e la premier Giorgia Meloni, che ha dato il benestare del governo e del centrodestra. 

Si tratta di un "avanzamento significativo" ha detto Schlein in un colloquio con il quotidiano La Stampa, poiché serve "un'iniziativa diplomatica degna della nostra tradizione".

Chiediamo che l'Italia guidi un'azione europea per Gaza. Bisogna essere più incisivi
Elly Schlein
segretaria Partito Democratico

L'Italia s'impegna per la prima volta su un cessate il fuoco a Gaza

Dagli attacchi di Hamas contro Israele, lo scorso 7 ottobre, l'Italia ha mantenuto una posizione di supporto completo a Israele e al suo diritto di difendersi, pur con dichiarazioni di esponenti del governo a favore di un abbassamento delle tensioni e della protezione dei civili. 

Una posizione che, come sta avvenendo per gli Stati Uniti, è andata sfumando nelle ultime settimane, davanti al peggioramento del bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza, che ha ormai superato le 28mila secondo le autorità palestinesi.

In diverse interviste tra martedì e mercoledì, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha definito "sproporzionata" la risposta militare di Israele e un errore il fatto che stia "provocando troppe vittime civili" che non hanno legami con Hamas. 

La mozione approvata chiede anche una soluzione politica del conflitto e la ripresa del processo di pace per i due Stati. I partiti di opposizione avevano proposto altre quattro mozioni, che impegnavano il governo al ripristino dei fondi per l'agenzia Onu per i palestinesi, l'Unrwa, e al riconoscimento dello Stato di Palestina, sui cui la maggioranza però non ha dato disponibilità.

Il Festival di Sanremo ha aperto gli occhi degli italiani su Gaza

Diversi cantanti sono intervenuti con dei fuori programma, la settimana scorsa sul palco di Sanremo, in cui hanno chiesto la fine della guerra e dello spargimento di sangue nella Striscia di Gaza. 

Su tutti Dargen D'amico, che ha rotto il tabù nella prima serata del Festival, e Ghali che ha detto "Stop al genocidio" dei palestinesi nella finale di sabato, seguita da una media di 14 milioni di telespettatori.

Le polemiche contro la Rai per la solidarietà a Israele

Gli interventi dei cantanti hanno suscitato un botta e risposta con l'ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar, e una coda polemica (e una spaccatura dei vertici) in Rai, sotto le cui sedi martedì si sono tenute diverse manifestazioni a sostegno dei palestinesi.

L'amministrato delegato della Rai, Roberto Sergio, ha fatto leggere infatti un comunicato a Mara Venier, conduttrice di Domenica In, il programma domenicale di Rai Uno dove si sono esibiti tutti i cantanti all'indomani della chiusura del Festival. 

Nel comunicato, Sergio si è dissociato dalle esternazioni dei concorrenti e ha espresso "sentita e convinta solidarietà alpopolo di Israele e alla comunità ebraica". 

La conduttrice di Domenica In, Mara Venier: "Mai censurato qualcuno"

"Nessuna censura, la Rai mi ha chiesto di leggere un comunicato" si è difesa Mara Venier in un'intervista apparsa mercoledì sul Corriere della Sera, dopo qualche fischio durante la trasmissione e gli attacchi subiti poi in rete, anche per avere cercato di zittire i cantanti che stavano parlando di migranti o della guerra in Medio Oriente.

"Sanremo non ha mai promosso odio" ha commentato invece il direttore artistico e conduttore del Festival, Amadeus: "I cantanti hanno chiesto la pace, qualsiasi guerra al mondo va fermata".

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