Gaza, Netanyahu dice no alla soluzione di due Stati dopo la guerra

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu Diritti d'autore Ohad Zwigenberg/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Maria Michela D'Alessandro
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Netanyahu ha dichiarato di aver informato gli Usa di essere contrario alla creazione di uno Stato palestinese. Festeggiato il primo compleanno di Kfir Bibas, il più piccolo degli ostaggi

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Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha annunciato di aver comunicato agli Stati Uniti di opporsi alla realizzazione di uno Stato palestinese come parte di uno scenario postbellico a Gaza

Durante una conferenza stampa con i giornalisti, giovedì Netanyahu ha detto che "in qualsiasi accordo futuro Israele deve controllare con sicurezza tutto il territorio a ovest del Giordano; questo si scontra con l'idea di sovranità. Cosa ci possiamo fare? Il primo ministro deve essere in grado di dire di no ai nostri amici", ha aggiunto il primo ministro. 

La conferenza stampa di Netanyahu del 18 gennaio

Gli Stati Uniti avevano chiesto a Israele di ridurre l'offensiva nella Striscia di Gaza e avevano aggiunto che la creazione di uno Stato palestinese avrebbe dovuto essere parte del dopoguerra nell'enclave palestinese.

La reazione palestinese alle parole di Netanyahu

"Non ci sarà nessuna sicurezza e stabilità nella regione senza l'istituzione di uno Stato palestinese indipendente, con Gerusalemme Est come capitale nei confini del 1967", ha risposto il portavoce del presidente palestinese MahmoudAbbas. "L'intera regione è sull'orlo di un'eruzione vulcanica a causa delle politiche aggressive perseguite dalle autorità di occupazione israeliane contro il popolo palestinese e i suoi diritti legittimi", ha aggiunto.

A stretto giro la risposta del portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense John Kirby, che durante un briefing con i giornalisti a bordo dell'Air Force One ha detto: "Niente cambia nella posizione del presidente Biden secondo cui la soluzione dei due Stati è la soluzione migliore nell'interesse non solo degli israeliani ma anche dei palestinesi". Kirby ha parlato dei punti di vista diversi con Netanyahu sul fatto che i palestinesi abbiano il diritto di vivere in uno stato indipendente in pace, sottolineando che il focus rimane che Israele abbia quello di cui ha bisogno per difendersi da Hamas.

L'ex generale israeliano critica Netanyahu

Solo un accordo per il cessate il fuoco può ottenere il rilascio di decine di ostaggi detenuti da Hamas a Gaza. Chi sostiene che possano essere liberati attraverso la pressione militare sta diffondendo illusioni, ha dichiarato l'ex capo dell'esercito e membro del gabinetto di guerra di Israele, Gadi Eisenkot. In una critica poco velata a Netanyahu, Eisenkot ha anche detto che le decisioni strategiche sulla direzione della guerra devono essere prese con urgenza.

Ma ci sarà una Gaza del dopo conflitto, non ci sarà una nuova occupazione di Gaza, siamo stati chiari su questo, vogliamo una governance che rappresenti le aspirazioni del popolo palestinese
John Kirby
Portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti

Il mondo ebraico celebra il primo compleanno del piccolo Kfir Bibas

Giovedì è stato anche il primo compleanno di Kfir Bibas, il bimbo israeliano preso in ostaggio da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre scorso. Non solo a Tel Aviv, dove una folla di persone si è ritrovata nella piazza intitolata agli ostaggi e ha festeggiato il compleanno del piccolo con palloncini arancioni, che ricordano il colore dei suoi capelli. 

La richiesta della liberazione del bimbo israeliano, l’ostaggio più giovane nelle mani di Hamas, è stata ripetuta anche dalla comunità ebraica di Roma proprio in occasione del primo compleanno di Kfir, rapito insieme al fratello Ariel di 4 anni e ai genitori Shiri e Yarden dal kibbutz Nir Oz. Il palazzo della Knesset, il parlamento israeliano con sede a Gerusalemme, è stato illuminato di arancione in segno di solidarietà.

Croce Rossa: nessun coinvolgimento per la consegna dei farmaci agli ostaggi

Secondo dati ufficiali in Israele, a Gaza rimarrebbero ancora circa 136 ostaggi israeliani, molti dei quali necessitano di cure mediche e medicine. Proprio in questi giorni, nell'ambito di un accordo tra Israele e Hamas mediato da Qatar e Francia, nella Striscia sono entrate sessanta tonnellate di farmaci che saranno distribuiti nella misura di mille dosi ai palestinesi per ciascuna data agli ostaggi. Come ha riportato il New York Times a occuparsi della consegna sarà il ministero della Sanità a Gaza, gestito da Hamas.

Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha chiesto al governo israeliano di avere delle prove dell’avvenuta consegna di farmaci salvavita ai loro cari. Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha precisato di non essere coinvolto, quando Hamas aveva invece detto che la Croce Rossa stava giocando un ruolo. L'organizzazione ha spiegato di essere stata “coinvolta con le parti” nel raggiungimento della intesa ma non nel “meccanismo concordato, che non riguarda alcuna partecipazione della Croce Rossa nella sua attuazione, inclusa la consegna dei farmaci”.

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