Nuovo attacco degli Stati Uniti contro gli Houthi, i ribelli: "Navi di Cina e Russia sicure"

La foto rilasciata dal Comando centrale dell'esercito Usa, mostra l'imbarcazione che trasportava componenti missilistici di fabbricazione iraniana destinati agli Houthi
La foto rilasciata dal Comando centrale dell'esercito Usa, mostra l'imbarcazione che trasportava componenti missilistici di fabbricazione iraniana destinati agli Houthi Diritti d'autore U.S. Central Command/AP
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GlI Usa hanno condotto un nuovo attacco dal mar Rosso contro gli Houthi dello Yemen. I ribelli assicurano un libero passaggio alle navi di Pechino e Mosca. Tajani: "Determinati a difendere il traffico marittimo"

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L'esercito statunitense ha lanciato giovedì un'altra ondata di missili dalle proprie navi e dai sottomarini contro alcuni siti controllati dagli Houthi in Yemen. Lo ha dichiarato il Comando centrale degli Stati Uniti. È la quarta volta in pochi giorni che gli Usa prendono colpiscono il gruppo ribelle. Venerdì mattina un portavoce del gruppo sciita ha assicurato invece che le navigazione nel Mar Rosso, in concomitanza con lo Yemen, è sicura per le navi dei Paesi non direttamente collegati con Israele, tra cui Cina e Russia.

Gli Usa colpiscono 14 missili degli Houthi

Gli attacchi di giovedì da parte delle forze statunitensi sono stati lanciati dal Mar Rosso e hanno colpito 14 missili che il Comando  considerava una "minaccia imminente". Il raid statunitense è stato portato a termine poco dopo l'annuncio di Washington che ha dichiarato di aver reinserito gli Houthi nella lista dei terroristi internazionali. Il gruppo armato yemenita era stato escluso dall'elenco dal governo Biden per permettere l'arrivo di aiuti umanitari nel Paese.

"Le forze hanno condotto attacchi contro 14 missili Houthi che erano stati caricati per essere lanciati", ha dichiarato il Comando centrale in una dichiarazione pubblicata su X nella tarda serata di mercoledì. 

"Questi missili rappresentavano una minaccia imminente per i mercantili e le navi della Marina statunitense nella regione e avrebbero potuto essere lanciati in qualsiasi momento, spingendo le forze statunitensi a esercitare il loro diritto e obbligo intrinseco di difendersi". Poche ore dopo i ribelli hanno lanciato missili contro una nave da carico battente bandiera statunitense.

L'avvertimento degli Stati Uniti all'Iran

Nonostante le sanzioni e gli attacchi militari, tra cui un'operazione su larga scala condotta venerdì scorso con navi e aerei da guerra statunitensi e britannici che hanno colpito più di 60 obiettivi in tutto lo Yemen, gli Houthi continuano ad attaccare le navi commerciali e militari.

Ci sono stati diversi incidenti dopo le operazioni congiunte di venerdì. L'ultimo è avvenuto mercoledì, quando un drone d'attacco unidirezionale è stato lanciato da un'area controllata dagli Houthi nello Yemen e ha colpito la Genco Picardy, battente bandiera delle Isole Marshall e di proprietà e gestione statunitense, nel Golfo di Aden.

Gli Stati Uniti hanno anche intimato con forza all'Iran di smettere di fornire armi agli Houthi. Giovedì, un raid statunitense nel mar Arabico ha intercettato componenti di missili balistici che, secondo gli Usa, l'Iran stava inviando in Yemen. 

Mercoledì, il segretario stampa del Pentagono, il maggiore generale Pat Ryder, ha dichiarato che gli Usa continueranno a intraprendere azioni militari per prevenire ulteriori attacchi.

"Stanno sfruttando questa situazione per condurre attacchi contro navi e imbarcazioni di oltre 50 Paesi in tutto il mondo. Quindi continueremo a lavorare con i nostri partner nella regione per prevenire o scoraggiare questi attacchi in futuro", ha detto Ryder.

Tajani: "Determinati a difendere il traffico marittimo"

Durante un'intervista a Radio 24, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato che l'iniziativa congiunta con Francia e Germania nel Mar Rosso consiste in una missione militare di protezione del traffico marittimo a partecipazione Ue ma anche di Paesi come la Norvegia. Secondo il capo della Farnesina,  "per accelerare i tempi, si potrebbe allargare fino al Canale di Suez la competenza di un'altra missione militare che già c'è a tutela del traffico mercantile ma nel Golfo di Hormuz". "L'Italia è determinata a proteggere il traffico marittimo anche perché ci sono conseguenze anche per noi, penso ai porti di Gioa Tauro, Brindisi e Genova. Se i costi via mare diventano eccessivi è un danno per le nostre industrie", ha spiegato il ministro.

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