Iran, libere su cauzione le due giornaliste imprigionate per aver scritto della morte di Mahsa Amini

I giornalisti iraniani Niloufar Hamedi, a destra, ed Elaheh Mohammadi, mostrano il segno della vittoria dopo essere stati rilasciati dal carcere, a Teheran, Iran, 14/01/2024
I giornalisti iraniani Niloufar Hamedi, a destra, ed Elaheh Mohammadi, mostrano il segno della vittoria dopo essere stati rilasciati dal carcere, a Teheran, Iran, 14/01/2024 Diritti d'autore Sahand Taki/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Sahand Taki/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Le due giornaliste hanno riferito della morte di Amini, che ha dato il via all'ondata di proteste in Iran. Per questo sono state accusate di collusione con gli Usa e di propaganda contro il sistema. Ora sono libere in attesa del processo di appello, con una cauzione di circa 200mila dollari

PUBBLICITÀ

Sono libere le due giornaliste iraniane imprigionate per aver raccontato della morte di Mahsa Amini. Dopo 17 mesi di detenzione nel carcere di Evin, a Teheran, Niloufar Hamedi ed Elaheh Mohammadi sono state rilasciate su cauzione in attesa del processo di appello, hanno riferito domenica i media iraniani.

Hamedi, 31 anni, ha dato la notizia della morte di Amini mentre questa era sotto custodia della polizia per aver indossato un velo troppo largo. Mohammadi, 36 anni, ha invece scritto del funerale. Le due sono state condannate da un tribunale rivoluzionario rispettivamente a tredici e dodici anni di carcere a ottobre, con l'accusa di aver collaborato con il governo degli Stati Uniti.

Le due donne erano in carcere da 17 mesi. L'agenzia di stampa degli studenti iraniani (Isna) ha riferito che sono state rilasciate con una cauzione di 200mila dollari e che è stato loro vietato di lasciare il Paese fino all'esito dell'appello.

Le accuse di collusione con gli Stati Uniti

Il Tribunale rivoluzionario di Teheran ha accusato le giornaliste di collaborare con il governo statunitense, di collusione contro la sicurezza nazionale e di propaganda contro il sistema, secondo il sito web Mizanonline.ir, affiliato alla magistratura del Paese.

Hamedi lavorava per il giornale Shargh, mentre Mohammadi per Ham-Mihan, entrambi  giornali dal taglio riformista. Sono state arrestate nel settembre 2022.

Nel maggio 2023, le Nazioni Unite hanno conferito alle giornaliste il premio per la libertà di stampa per il loro impegno in favore della verità.

L'ondata di proteste in Iran

La morte di Amini ha scatenato proteste in decine di città dell'Iran. Le manifestazioni hanno rappresentato una delle più gravi sfide per la Repubblica islamica dai tempi delle proteste del Movimento verde del 2009, che hanno portato in piazza milioni di persone.

Sebbene quasi cento giornalisti siano stati arrestati durante le manifestazioni, i servizi di Hamedi e Mohammadi sono stati fondamentali nei giorni successivi alla morte di Amini per diffondere la notizia. La loro detenzione ha scatenato le critiche internazionali.

Dall'inizio delle proteste, almeno 529 persone sono state uccise dalle forze di sicurezza durante le manifestazioni, secondo gli attivisti per i diritti umani in Iran. Oltre 19.700 persone sono state arrestate dalle autorità nel corso di una violenta repressione del dissenso. Per mesi l'Iran non ha fornito cifre complessive sulle vittime, pur riconoscendo che decine di migliaia di persone sono state arrestate.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Cittadino svedese da due anni in carcere in Iran rischia la pena di morte

Iran, l'Isis rivendica l'attentato alla tomba di Soleimani costato la vita a 84 persone a Kerman

Iran e Yemen colpiscono ancora navi nel Mar Rosso, Italia: "Urgente agire"