"Non sappiamo dove si trovi": i collaboratori di Navalny non hanno più sue notizie da una settimana

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Di Michela Morsa
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La portavoce dell'attivista politico, in carcere dal gennaio 2021, ha fatto sapere che non è più presente nella lista dei detenuti della colonia penale dove stava scontando la pena e i funzionari non rivelano dove è stato trasferito

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La posizione di Alexei Navalny, il principale oppositore politico di Vladimir Putin in carcere dal gennaio 2021, è sconosciuta. Lo ha denunciato la sua portavoce Kira Yarmysh che, dopo quasi una settimana senza sue notizie, ha saputo dai funzionari della colonia penale in cui stava scontando la pena che l'attivista non è più presente nell'elenco dei detenuti

I funzionari del carcere "si rifiutano di dire dove lo hanno trasferito", ha dichiarato Yarmysh in un post su X (ex Twitter), aggiungendo che due avvocati di Navalny si sono recati in altre due colonie penali della regione dove avrebbe potuto essere trasferito, ma l'attivista non risulta detenuto in nessuna delle due. 

"Non sappiamo ancora dove si trovi Alexei", ha scritto.

La Casa Bianca ha dichiarato di essere "profondamente preoccupata" da queste notizie.

Yarmysh ha detto che lunedì scorso Navalny avrebbe dovuto presentarsi in tribunale in collegamento video ma non l'ha fatto, e sono passati sei giorni dall'ultima volta che i suoi avvocati o i suoi collaboratori sono riusciti a entrare in contatto con lui. 

La presidente della sua fondazione anti-corruzione Maria Pevchikh ha anche fatto sapere che la settimana prima di "scomparire" Navalny aveva avuto gravi problemi di salute e che era "in completo isolamento". Secondo le persone a lui vicino, si è ammalato a causa delle cattive condizioni in cui è detenuto, tra cui la scarsità di cibo e la poca ventilazione nella cella. 

I trasferimenti dalle carceri russe sono noti per i tempi lunghi, a volte settimane, durante i quali non è possibile accedere ai prigionieri e le informazioni sulla loro posizione sono limitate o non disponibili. Navalny potrebbe essere trasferito in una delle numerose colonie penali in Russia.

L'attivista politico, 47 anni, è dietro le sbarre da quando ha fatto ritorno a Mosca dalla Germania, dove era stato ricoverato per un avvelenamento da gas nervino probabilmente orchestrato dal Cremlino. Nel corso degli anni ha subito tre diverse condanne per accuse ritenute da lui e dalla maggior parte degli esperti politicamente motivate e deve scontare più di 30 anni di carcere.

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