Donetsk, posta consegnata sotto le bombe. Le storie dei postini che continuano a lavorare accompagnati dai soldati
Nonostante i bombardamenti, la distribuzione della posta continua nelle città della regione di Donetsk.
I postini lavorano regolarmente, ma sono sempre accompagnati dai soldati. La guerra ha cambiato molto il loro lavoro.
I postini arrivano coi blindati
Anna, ad esempio, ha consegnato la posta per 15 anni a Bakhmut, ora occupata, e mai avrebbe pensato di dover indossare un giubbotto antiproiettile per andare a lavorare: "Ognuno combatte sul proprio fronte ora. E il nostro è qui" spiega.
I postini si recano regolarmente a Chasiv Yar nella regione di Donetsk.
I normali mezzi postali sono sostituiti da quelli blindati e loro sono costretti a lavorare a un ritmo più che sostenuto: prendono in consegna la posta, pagano le pensioni, a volte portano del cibo.
Anche per queste brevi visite, i residenti della cittadina sono grati: "Siamo ovviamente contenti. Ci portano cibo, ci portano soldi" dice Anatoliy.
Lavorare sotto le bombe
Ad ogni visita postale, la situazione si rivela sempre più deteriorata: il numero di case distrutte in città aumenta e, di conseguenza, il numero di abitanti diminuisce.
Zinaida, anche lei residente a Chasiv Yar, plaude al coraggio di chi ancora consegna loro la posta: "Vengono in un posto come questo! Devono essere coraggiosi per venire qui"
Anna spiega che, come tutti, anche lei ha paura, ma continua a fare quello che deve fare: "Cerchiamo di capire se gli attacchi sono lontani o vicini. Quando sono vicini, saliamo in macchina e ce ne andiamo".
Il punto di arrivo dei postini è determinato operativamente dai soldati che monitorano costantemente la situazione.
I servizi postali europei hanno sospeso le spedizioni nelle zone di guerra, verso la Russia e anche soprattutto in Ucraina, per ragioni di sicurezza.