Resti umani ritrovati nel relitto del "Titan": analisi alla ricerca delle cause dell'implosione

Operazioni di scarico del "Titan". (St.John's, 28.6.2023)
Operazioni di scarico del "Titan". (St.John's, 28.6.2023) Diritti d'autore Paul Daly/AP
Diritti d'autore Paul Daly/AP
Di Cristiano TassinariEuronews World - Associated Press
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I detriti del sottomarino, raccolti a più di 12.000 piedi (3.658 metri) sotto la superficie del Nord Atlantico, sono arrivati ​​a St. John's, sull'isola canadese di Terranova. Potrebbero fornire "elementi cruciali" per chiarire la dinamica dell'incidente, costato la vita a cinque persone

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La Guardia Costiera degli Stati Uniti ha dichiarato che sono stati trovati resti umani nel relitto del "Titan".

La notizia è arrivata poche ore dopo l'annuncio che i detriti del sottomarino, raccolti dal fondo marino a più di 12.000 piedi (3.658 metri) sotto la superficie del Nord Atlantico, erano arrivati ​​a St. John's, sull'isola canadese di Terranova
Pezzi contorti e distrutti del "Titan" sono stati scaricati su un molo della Guardia Costiera canadese.

Paul Daly/AP
Al porto di St.John's sono arrivati i pezzi ritrovati del "Titan". (28.6.2023)Paul Daly/AP

I detriti del sottomarino potrebbero fornire "elementi cruciali" per chiarire la dinamica dell'incidente.

"C'è ancora molto lavoro da fare per comprendere i fattori che hanno portato alla catastrofica perdita di pressione del Titan e contribuire a garantire che una tragedia simile non si ripeta", ha dichiarato il comandante della Guardia Costiera americana, Jason Neubauer.

I "presunti resti umani" saranno portati negli Stati Uniti, dove gli esperti condurranno un'analisi formale, ha aggiunto Neubauer.

Aperta l'indagine

La Guardia Costiera ha avviato un'indagine sull'implosione del "Titan".
Il "Marine Board of Investigation" analizzerà e testerà le prove, inclusi pezzi di detriti, in un porto negli Stati Uniti e condividerà le prove in una futura udienza pubblica, la cui data non è stata stabilita, ha spiegato la Guardia Costiera. 

Il comandante della Guardia Costiera, Jason Neubauer, ha affermato che le prove forniranno "intuizioni critiche" sulla causa dell'implosione, che ha provocato la morte dei cinque passeggeri: il fondatore di "OceanGate" (l'azienda organizzatrice dell'immersione) Stockton Rush, l'avventuriero inglese Hamish Harding, l'esperto esploratore Paul-Henry Nargeolet, l'uomo d'affari pachistano Suleman Dawood e il figlio Shahzada.

I detriti del "Titan", che si ritiene siano implosi il 18 giugno mentre scendeva, si trovavano a circa 12.500 piedi (3.810 metri) sott'acqua e a circa 1.600 piedi (488 metri) dal Titanic sul fondo dell'Oceano.
La Guardia Costiera sta conducendo le indagini, in collaborazione con diverse altre agenzie governative negli Stati Uniti e in Canada.

Le autorità non hanno rivelato i dettagli del recupero dei detriti, che avrebbe potuto seguire diversi approcci, secondo Carl Hartsfield, che dirige un laboratorio presso la "Woods Hole Oceanographic Institution", che progetta e gestisce veicoli sottomarini autonomi ed è stato consulente della Guardia Costiera.

"Se i pezzi sono piccoli, si possono raccogliere insieme e metterli in un cesto o in qualche tipo di dispositivo di raccolta", ha detto Hartsfield.

I pezzi più grandi potrebbero, viceversa, essere recuperati con un veicolo telecomandato, o ROV, come quello portato al sito del relitto dalla nave canadese "Horizon Arctic" per cercare di arrivano al fondo dell'Oceano.

Per pezzi estremamente grandi, infine, potrebbe essere utilizzato un sollevatore pesante per tirarli su con un cavo di traino. 

"Ci sono dati disponibili? Non lo so"

L'analisi dei detriti recuperati - e di quelli che verranno recuperati in futuro - potrebbe rivelare importanti indizi su ciò che è accaduto al "Titan" e potrebbero esserci dati elettronici registrati dagli strumenti del sottomarino, ha affermato l'esperto Carl Hartsfield.

"Quindi, la domanda è: ci sono dati disponibili? Davvero non conosco la risposta a questa domanda", ha aggiunto Carl Hartsfield. 

Il "Transportation Safety Board of Canada", che sta conducendo un'indagine di sicurezza sulla nave-madre del "Titan", la "Polar Prince", battente bandiera canadese, ha dichiarato di aver inviato il registratore dei dati di viaggio di quella nave a un laboratorio per le analisi. 

Il "Titan" si era immerso il 18 giugno scorso, al largo dell'isola canadese di Terranova, per osservare da vicino il relitto del "Titanic", affondato nel 1912.

L'immersione doveva durare sette ore, ma 120 minuti dopo l'inizio della spedizione, la nave-madre "Polar Prince", ha perso i contatti.

Le ricerche sono andate avanti per quattro giorni. 
Fino al tragico epilogo.

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