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Una legge sulle nuove caldaie scalda gli animi in Germania

Proteste in Germania. Governo accusato di aver annacquato la legge sulle caldaie green
Proteste in Germania. Governo accusato di aver annacquato la legge sulle caldaie green Diritti d'autore JOHN MACDOUGALL/AFP or licensors
Diritti d'autore JOHN MACDOUGALL/AFP or licensors
Di Gianluca Martucci
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Il divieto di installazione di nuove caldaie alimentate da combustibili fossili subisce ritardi e deroghe. Gli attivisti in strada accusano il governo di essersi arreso alle richieste dei liberali

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Il governo tedesco modifica gli obblighi ambientali per le nuove caldaie dal 2024 e gli attivisti per il clima scendono in strada a Berlino. Il dito è puntato soprattutto contro il partito liberale, che ha costretto gli altri alleati di governo (il partito dei Verdi e il partito socialista) ad annacquare il testo prima della discussione in parlamento.

L'intenzione dei più feroci sostenitori puntava a vietare l'installazione di caldaie alimentate da combustibili fossili a partire dal 1° gennaio 2024. L'obbligo è stato tuttavia limitato agli edifici di nuova costruzione. Per gli edifici esistenti dipenderà solo dalla presenza a livello comunale di una rete di teleriscaldamento neutrale dal punto di vista climatico. 

Nella sua ultima versione portata in parlamento la legge rinvia anche l’obbligo per i comuni di presentare piani per la conversione delle reti di teleriscaldamento alle fonti rinnovabili o all’idrogeno. Secondo una stima, la maggior parte delle nuove caldaie sarà alimentata da energia ottenuta da fonti rinnovabili solo dal 2028.

Tutto questo, mentre si avvicina il 2045, l'anno entro cui Berlino vuole raggiungere la neutralità climatica. In agenda il governo federale ha anche l'obiettivo intermedio di dimostrare di aver ridotto del 65% entro il 2030 le emissioni prodotte nel 1990.

Il vicecancelliere e ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck ha detto che il nucleo della legge "è stato preservato”, esprimendo anche soddisfazione per il rispetto dei tempi, che prevedono l’adozione della legge prima della pausa estiva. Ma è anche vero che l'approdo del testo in parlamento è stato già ritardato di sei mesi rispetto alle intenzioni iniziali.

Secondo l'associazione tedesca dell’energia e dell’acqua, Bdew, il compromesso tra gli azionisti di governo rende l'atto "molto più praticabile”, poiché “il periodo di transizione più flessibile, a seconda dell’esistenza di un piano di riscaldamento comunale, dà agli operatori il tempo di pianificare la necessaria trasformazione delle loro reti”.

Ma gli ambientalisti hanno già dichiarato la loro guerra in vista dei lavori parlamentari. "Molti proprietari di casa hanno le possibilità economiche per passare a una caldaia più sostenibile dal punto di vista ambientale; il governo dovrebbe stanziare maggiori sussidi per le persone che non possono permetterselo", ha denunciato Matthias Walter, membro del consiglio esecutivo dell'associazione ambientalista Deutsche Umwelthilfe.

Il passaggio a caldaie più rispettose dell'ambiente, secondo le stime, richiederebbe a molti proprietari di casa un'investimento di decine di migliaia di euro. Considerata l'incertezza sui sussidi che Berlino intendeva stanziare, negli ultimi anni la domanda di pompe di calore alimentate a metano o gpl è aumentata enormemente. Molte persone hanno agito in tal senso prima dell'entrata in vigore delle nuove regole. Una corsa contro il tempo che ora mette a rischio gli obiettivi climatici di Berlino.

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