Il meccanismo comune che favorisce il dialogo tra Ankara e Stoccolma si incontrerà il 12 giugno, ma il Segretario generale della Nato non ha annunciato nessuna svolta nella sua visita ad Ankara all'indomani del giuramento del presidente rieletto
Il colloquio tra il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e il presidente turco appena rieletto Recep Tayyip Erdoğan non ha lasciato spazio a colpi di scena in merito al processo di ratifica da parte del parlamento turco del trattato di adesione della Svezia alla Nato.
Turchia e Ungheria continuano a bloccare i piani del governo svedese, che ha dovuto rinunciare ad aderire all'alleanza militare contestualmente alla Finlandia. Ma se il veto di Budapest preoccupa meno, ed è considerato una mera arma politica, da mesi la Turchia insiste nel chiedere a Stoccolma di prendere misure più severe contro i militanti curdi residenti in Svezia, e specialmente contro i sostenitori del Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, che rappresenta una minaccia sul fronte della politica interna per Erdoğan.
Giovedì 1° giugno è entrata in vigore la legge che secondo il governo svedese dovrebbe colmare le lacune nelle misure antiterroristiche che Ankara attende. Le nuove norme renderanno illegale organizzare incontri o fornire aiuto logistico o finanziario o persino cibo ai gruppi fuorilegge, come lo è il Pkk, gruppo inscritto nella lista delle organizzazioni terroristiche anche da parte dell'Unione europea.
Nella conferenza stampa organizzata a margine dell'incontro con Erdoğan, da poco riconfermato per il terzo mandato consecutivo alla guida della Turchia, Stoltenberg ha annunciato che il meccanismo comune che favorisce il dialogo tra le due parti si incontrerà domenica 12 giugno. L'obiettivo è far entrare ufficialmente Stoccolma nell'alleanza durante il vertice di Vilnius dell'11-12 luglio.
"La Svezia ha adempiuto ai suoi obblighi" per l'adesione, ha dichiarato Stoltenberg, sottolineando che il Paese ha emendato la propria costituzione, rafforzato le leggi antiterrorismo e revocato l'embargo sulle armi alla Turchia dal momento in cui più di un anno fa ha chiesto di entrare nella NATO.
Centinaia di persone, tra cui decine di manifestanti filocurdi, si sono riunite a Stoccolma per manifestare contro l'adesione del Paese alla Nato, che esporrebbe secondo alcuni molti militanti al rischio di essere rimpatriati in Turchia. Organizzazioni curde, gruppi di sinistra, anarchici, giovani, attivisti per il clima e persone che si oppongono alle nuove leggi antiterrorismo svedesi hanno lanciato il collettivo "Alleanza contro la Nato".