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La Francia dice no all'estradizione di 10 ex terroristi rossi

La Corte di Cassazione francese
La Corte di Cassazione francese Diritti d'autore Martin Bureau/AP
Diritti d'autore Martin Bureau/AP
Di Euronews
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Secondo la giustizia francese, gli ex terroristi sono stati giudicati colpevoli dalla giustizia italiana "in contumacia, senza aver avuto la possibilità di difendersi in un nuovo processo

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Una ferita che, per l'Italia, rimane aperta.
La Corte di Cassazione francese dice no all'estradizione dei 10 ex terroristi rossi, condannati in Italia per fatti di sangue. 

Ad annunciarlo è la stessa Corte suprema francese  che ha respinto "tutti i ricorsi presentati dal Procuratore" contro la decisione della Corte di Appello di Parigi. 

Secondo la giustizia francese, gli ex terroristi sono stati giudicati colpevoli dalla giustizia italiana "in contumacia, senza aver avuto la possibilità di difendersi in un nuovo processo, visto che la legge italiana non offre questa garanzia. La quasi totalità delle persone condannate ha vissuto in Francia per circa 25-40 anni, un Paese in cui la loro situazione familiare è stabile, sono inseriti professionalmente e socialmente, senza più nessun legame con l'Italia. Per questo motivo - dicono i giudici francesi - la loro estradizione causerebbe un danno sproporzionato al loro diritto al rispetto della vita privata e familiare".

Resiste così la dottrina Mitterand, che definisce i fondamenti del diritto di asilo in Francia, enunciata dall'omonimo presidente socialista francese nel discorso al Palais des Sports di Rennes il 1º febbraio 1985.

Le domande di estradizione riguardavano:

- l'ex di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, ottantenne e da tempo malato, condannato a 22 anni perché riconosciuto come uno dei mandanti dell'omicidio del commissario Luigi Calabresi 

- Roberta Cappelli (1955), condannata all'ergastolo per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato, attentato all'incolumità

- Marina Petrella (1954), condannata all'ergastolo per omicidio

- Sergio Tornaghi (1958), condannato all'ergastolo per l'omicidio di Renato Briano, direttore generale della Ercole Marelli

- l'ex membro dei 'Nuclei armati contropotere territoriale' Narciso Manenti (1957), condannato all'ergastolo per l'omicidio aggravato dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri nel 1979.

- l'ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac) Luigi Bergamin (1948), deve scontare una condanna a 25 anni per associazione sovversiva, banda armata e concorso in omicidio

- l'ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura (1952), condannato a 20 anni per concorso morale nell'omicidio a Milano del vicebrigadiere Antonio Custra

- Enzo Calvitti (1955), deve scontare una pena di 18 anni, 7 mesi e 25 giorni e 4 anni di libertà vigilata per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi

- Giovanni Alimonti (1955), deve ancora scontare 11 anni per banda armata e associazione terroristica

- Maurizio Di Marzio (1961), deve scontare 5 anni per tentato sequestro dell'ex dirigente della Digos di Roma, Nicola Simone.

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