Si tirano le somme dopo la ritirata russa: il sindaco della cittadina a 80 chilometri dal confine ucraino fa un bilancio dell'orrore come il suo collega di Makariv dove sono stati trovati 132 cadaveri con segni di tortura
A Chernihiv rimangono circa 90mila persone, prima dell'attacco russo all'Ucraina i residenti erano 285mila. La città è devastata, i russi se ne sono andati lasciando macerie: mucchi di cemento e gente in fila per un tozzo di pane.
Per settimane la città, a 80 chilometri dal confine bielorusso, è stata assediata, ancora oggi con le infrastrutture distrutte, i rifornimenti sono difficili. Ancora più duro è superare lo shock: "Tutti si sono messi a gridare, tutti erano coperti di fumo e polvere. Poi qualcuno ha detto che eravamo stati colpiti da una bomba... Un vicino nel condominio distrutto era in bagno, vivo, ma sua moglie e la figlia, che si trovavano nel corridoio, sono morte subito".
I sindaci contano i morti dopo la ritirata dei russi
I morti di Chernihiv sono 700 tra civili e militari. Almeno il 70 % degli edifici in città è stato distrutto. Gente che prima viveva in pace non se ne capacità.
Valentina, mamma di una bimba di 9 anni parla dei "bambini della metropolitana"; "Niente elettricità, niente servizi igienici, le strade sono diventate bagni".
La gente, anche se i russi si sono ritirati spesso ha paura di uscire dai rifugi, ma è necessario farlo e mettersi in coda per l'indispensabile. "Non ci sono abbastanza rifornimenti - dice una donna - Da quanto ho capito, gli aiuti non ci sono ancora arrivati."
Si aggrava il bilancio di Bucha
A Chernihiv decine di corpi aspettano ancora di essere identificati, mentre le autorità locali comunicato che a Bucha, la città le cui strade erano disseminate di corpi dopo la ritirata russa, si aggrava il bilancio delle vittime: 360 tra cui 10 bambini.
Il ministro della difesa ucraino, infine, ha fatto sapere che a Makariv, sempre nei dintorni di Kiev, sono stati ritrovati 132 cadaveri con segni di tortura.