A poco più di un mese dall'inizio della guerra e giorni dopo che le truppe ucraine hanno ripreso il controllo di molte aree precedentemente occupate dai russi, la cronaca recente sta facendo emergere un sistematico modello di distruzione e uccisione di civili
A poco più di un mese dall'inizio della guerra e giorni dopo che le truppe ucraine hanno ripreso il controllo di molte aree precedentemente occupate dai russi, la cronaca recente sta facendo emergere un sistematico modello di distruzione e uccisione di civili.
A nord-ovest di Kiev si trova il villaggio di Andriivka, occupato per settimane dalle forze russe.
I militari russi sembrano ora diretti verso l'Ucraina orientale: gli esperti quantificano in una settimana il tempo necessario affinché siano predisposti ad iniziare quella che il Cremlino definisce "la liberazione della regione del Donbass".
Le autorità ucraine esortano a più riprese i residenti nell'est del Paese ad evacuare, in prossimità dell'imminente offensiva russa, con specifico riferimento agli abitanti delle regioni di Donetsk e Luhansk.
In occasione del suo ultimo discorso televisivo, il presidente Volodymyr Zelensky ha giurato di "continuare a combattere" sino a quando la Russia non inizierà a volere seriamente la pace.
Un funzionario della città di Hostomel, intanto, riferisce di oltre 400 persone disperse: assieme a Bucha e Irpin, la città è tra quelle ad aver subito il peso maggiore dell'avanzata russa sulla capitale Kiev.
In tanta desolazione, un piccolo bagliore è rappresentato dalla messa in sicurezza di circa 1.000 rifugiati dopo che la Croce Rossa è riuscita a portare in salvo un convoglio dalla città di Mariupol.