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La grande crisi dell'olio d'oliva spagnolo. Crollano le esportazioni negli USA

Olio d'oliva
Olio d'oliva Diritti d'autore euronews
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Di Debora Gandini
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La grande crisi dell'olio d'oliva spagnolo. Crollano le esportazioni negli Stati Uniti. La causa principale sono i dazi di Trump, A fine campagna olearia si rischiano giacenze record. Crescono le tensioni tra produzione e commercio

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Un’annata nera per le esportazioni di olio d'oliva spagnolo negli Stati Uniti. Il settore ha subito un crollo dell’80% dopo la politica commerciale dell’ex presidente Trump che aveva tassato il settore con un dazio del 25%. L'arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca per ora non ha portato grandi cambiamenti: le tariffe sono ancora in vigore. E i prodotti di alta gamma di aziende come quella dei fratelli García de la Cruz resistono alla crisi, ma le vendite ne risentono.

Fernando García de la Cruz, Direttore generale di “Aceites García de la Cruz” ci fa notare che tutti i loro progetti per espandere il business sono stati bloccati da questi dazi. “Speriamo che vengano tolti in fretta, solo così saremo in grado di raggiungere i nostri obiettivi; finora non ci siamo riusciti perché durante questo periodo abbiamo speso molti soldi per i progetti negli Stati Uniti.”

Soldi sprecati quelli per gli investimenti spesi per far crescere il mercato spagnolo dell'olio d'oliva. Gli affari hanno subito un fortissimo calo di esportazioni: da 6000 alle attuali 700 tonnellate con un enorme buco finanziario. Tutto questo dipende dalla mancanza di esportazioni dirette”, sottolinea Rafael Pico Lapuente, Direttore Generale di “Asoliva”. “Ma anche dalla mancanza di acquisti da parte altri paesi dell'Unione europea che esportano negli USA. Con una perdita economica di milioni di euro.

Spagna in allarme per l'olio d'oliva

Una crisi senza precedenti per la Spagna, nonostante gli Stati Uniti abbiano importato nel 2020 il 19% in più di olio d'oliva rispetto al 2019. Per non perdere quote di mercato, molti esportatori spagnoli hanno evitato la tariffa imbottigliando l’olio in Tunisia o in Portogallo. Con un aumento della produzione, rispettivamente del 700 e dell'850%.

Iñaki Benito, membro del Dipartimento per l'olio d'oliva delle cooperative agroalimentari in Spagna chiede che si faccia qualcosa subito: “Se questa situazione non cambia, il settore sarà condannato a delocalizzarsi e questo danneggerebbe i produttori. Ci sarà una profonda crisi di redditività, che metterà a rischio migliaia e migliaia di posti di lavoro in tutta la Spagna.”

Il settore olivicolo chiede che i negoziati tra Madrid e l'Unione europea siano estesi anche alla nuova amministrazione di Joe Biden. Chiedono che si ponga fine al più presto alla tariffa imposta ad aziende e produttori spagnoli, preoccupati dal trend dei consumi mondiali e dalle vendite iberiche.

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