Un accordo nucleare da rilanciare, ma i toni restano quelli dell'epoca Trump

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Diritti d'autore KAREN MINASYAN/AFP or licensors
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Di Alberto De Filippis
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L'Iran vuole risultati entro il 23 febbraio ma questo nuovo accordo sul nucleare iraniano parte sotto cattivi auspici

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Un'ancora di salvezza per un affare che sembrava destinato a fallire. La posizione del ministro degli Esteri iraniano si è aggiunto ai segnali positivi sul patto nucleare che l'amministrazione Trump aveva abbandonato. Questo aveva innescato un processo di disimpegno da parte di Teheran. Il nuovo governo degli Stati Uniti ha detto che si unirà nuovamente all'accordo se l'Iran si conformerà pienamente.

Guerra di tweets

In un tweet, il ministro degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, afferma che il suo paese "annullerà immediatamente tutte le misure correttive" se Washington revocherà tutte le sanzioni imposte da Trump

I leader europei hanno guidato gli sforzi diplomatici per rilanciare l'accordo, firmato nel 2015 dopo anni di negoziati. È probabile che sia in cima all'agenda della riunione del G7 dei leader occidentali.

Da Londra il ministro degli esteri conservatore Dominic Raab afferma però che ci sono ancora ostacoli da superare: "L'impegno dell'amministrazione Biden di impegnarsi diplomaticamente con l'Iran e di rilanciare il piano penso sia stato molto chiaro. Ovviamente farlo accadere, in particolare mentre l'Iran sta minacciando ulteriori inadempienze in termini di controlli e protocolli dell'AIEA è molto preoccupante. Per questo motivo abbiamo voluto unirc alla riciesta di rinvigorire e rilanciare la diplomazia tracciando una via da seguire".

Con un altro apparente ramoscello d'ulivo proveniente dagli Usa la Casa Bianca ha indicato che un accordo nucleare riattivato potrebbe portare a un ulteriore miglioramento dei rapporti con la Repubblica Islamica.

Così Ned Price, uno dei portavoci della casa bianca: "Se l'Iran riprende la sua piena conformità all'accordo, faremo lo stesso. È importante sottolineare che l'accordo per noi è una base, non un punto di arrivo. Vogliamo andare oltre l'Accordo del 2015, allungarlo, rafforzarlo e svilupparlo con accordi successivi per affrontare altre aree di preoccupazione quando si tratta delle nostre relazioni con l'Iran".

Le tensioni rimangono alte: Tehran ha minacciato di vietare le ispezioni delle Nazioni Unite alle sue centrali nucleari se Washington non inizierà a revocare le sanzioni entro il 23 febbraio. L'atmosfera attorno a questo accordo potrebbe cambiare, ma il linguaggio sembra ancora quello dell'epoca trumpiana.

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