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La Polonia verso la svolta nucleare

La Polonia verso la svolta nucleare
Diritti d'autore Euronews
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Di Leszek Kabłak
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Dopo un dibattito decennale il governo punta a costruire sei reattori nei prossimi vent'anni per soddisfare il fabbisogno energetico del paese

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La Polonia è tra i pochi paesi europei senza centrali. Le cose però potrebbero cambiare presto: dopo un dibattito decennale sul nucleare il governo, messo di fronte alle sfide climatiche e a pressioni politiche esterne, sembra deciso di passare una volta per tutte dalle parole ai fatti.

Le energie rinnovabili da sole non bastano a soddisfare il fabbisogno del paese, ancora fortemente dipendente dal carbone. Motivo per cui il governo ha deciso di puntare sul nucleare.

"Abbiamo costantemente bisogno di nuove fonti di energia - dice Zbigniew Grylas, ministro dei Beni dello Stato - servono nuove centrali elettriche che forniscano energia per sostenere la crescita dell'economia polacca.

"Da un lato - dice l'eurodeputato Grzegorz Tobiszowski - ridurremo l'impatto sull'ambiente, un tema molto sentito in Europa, e dall'altro ci garantiremo la sicurezza energetica".

"È una lotta per il clima - ha sottolineato in un recente comizio il presidente polacco Andrzej Duda - dobbiamo apportare dei cambiamenti al nostro settore energetico. Dobbiamo incrementare l'uso del gas per produrre energia e costruire delle centrali nucleari".

La Polonia non lo farà da sola. Al suo fianco per fornire il know-how necessario ci saranno Francia o Stati Uniti. Il governo dovrebbe sciogliere le riserve sul proprio partner entro la fine dell'anno: le trattative con i due paesi sono ancora in corso.

L'esecutivo punta ad ottenere dal nucleare il 20% della produzione energetica nazionale. "Puntiamo a costruire sei reattori nel giro di vent'anni - dice Piotr Naimski, plenipotenziario del governo per le infrastrutture energetiche - in modo da produrre dai 6 ai 9 gigawatts di energia nucleare".

Non si sa ancora con certezza dopo sarà costruita la prima centrale. Al momento ci sono solo ipotesi: al vaglio ci sarebbero due località ad ovest di Danzica. È ancora presto per sapere quanti soldi serviranno a finanziare il progetto, anche se le prime stime del governo parlano di un investimento tra i 25 e i 30 miliardi di euro.

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