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I ghiacciai del Monte Bianco raccontati dalle guide alpine

I ghiacciai del Monte Bianco raccontati dalle guide alpine
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Di Cecilia Cacciotto
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Stefano Glassier conosce il Monte Bianco come le sue tasche, per la montagna ha venerazione e rispetto. 'L'ambiente è l'unica e vera ricchezza'

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Una salita mozzafiato fino al tetto d'Europa. O quasi, da Courmayeur la funivia Skyway ci porta fino a Punta Helbronner, a quota 3462 metri.

Il rifugio Torino visto dallo Skyway

L'aria frizzantina e più rarefatta dà un po' alla testa a chi non è abituato ma la vista è mozzafiato e se il paradiso esiste, sicuramente d'inverno ci assomiglia un po'.

La sensazione comunque è di quelle che restano e che motivano a assumere stili di vita eco sostenibili e a spingere per una scelta economica decarbonizzata. Adesso e tutti insieme.

Le guide alpine: termometro di consapevolezza

Il Bianco come lo vediamo oggi è cambiato notevolmente, non solo rispetto a 100 anni fa, ma anche solo rispetto allo scorso anno. Stefano Glassier, 41 anni, guida alpina, ripesca nei ricordi più recenti. La montagna cambia di anno in anno e l'accelerazione della fusione dei suoi ghiacciai è impressionante. Clicca il video qui sopra per ascoltare le dichiarazioni di Stefano.

Non solo Planpincieux, insomma, l'allarme riguarda tutti i ghiacciai alpini e non solo.

Stefano Glassier, guida alpina sul Monte Bianco

Stefano continua a accompagnare gli alpinisti sul Bianco dispensando aneddoti e storie di un Monte Bianco che mai come oggi è a rischio.

A chi appartiene l'agendina?

"Qualche giorno fa un mio collega ha trovato un blocco nero ghiacciato, che emergeva dalla nevi. Ha deciso di portarlo a valle. L'abbia lasciato scongelare. Mai potevamo immaginare cosa fosse: era un'agendina del 1947. Si era conservata integra e al suo interno c'erano le cartoline che il proprietario riceveva dalal fidanzata. Si davano ancora del lei".

Un lei che parla di altri tempi e di rispetto per l'altro, ma non solo dice Stefano: "Ho un figlio di due anni e vorrei che potesse godere di questa vista, di questa bellezza. Lo vorrei anche per i miei nipoti e per i nipoti dei miei nipoti".

Non basta informare bisogna formare coscienze

Gli scienziati ci mettono in guardia da anni, si tratta infatti di dinamiche la cui gravità è denunciata da decenni dai ricercatori di tutto il mondo che lavorano per capire meglio tali fenomeni e comporre il quadro complessivo dello stato di salute del nostro pianeta.

Di fronte all'allarmismo dei media, a volte ingiustificato, presentano dati e chiedono politiche urgenti, che impattino già i programmi scolastici fin dalla scuola primaria.

L'Arpa Valle d'Aosta porta avanti progetti ambiziosi per monitorare la qualità dell'aria e migliorare la qualità di vita delle popolazioni locali. L'intervista qui sotto a Manuela Zublena.

Sul tema ghiacciai e alta montagna, Arpa Valle d’Aosta è stata fra le prime Agenzie ad istituire una struttura per il monitoraggio dell’effetto dei cambiamenti climatici sul territorio e analizza regolarmente le variazioni di alcuni ghiacciai valdostani, studia l’impatto del riscaldamento globale sul permafrost e sugli ecosistemi alpini usando tecnologie avanzate e competenze adeguate alla complessità dei fenomeni e alla severità degli ambienti.

In questi ultimi tempi insiste sulla comunicazione, che deve essere più friendly e deve mostrare un certo con ottimismo anche nell'affrontare temi complessi, spesso motivo di inquietudine, come il cambiamento climatico.

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