Incontro a Batumi tra il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il primo ministro georgiano Mamuka Bakhtadze. All'orizzonte l'avvicinamento della Georgia all'Unione europea e, soprattutto, i rapporti tesi tra Mosca e Tblisi.
BATUMI (GEORGIA) - Il ruolo dell'Unione europea sarà molto importante nei futuri rapporti tra Russia e Georgia.
Lo conferma la presenza del Presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, a Batumi, per la Conferenza internazionale dedicata al decimo anniversario del partenariato orientale dell'UE, tra l'Unione Europea e sei paesi partner dell'Europa dell'Est: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina.
Tusk ha incontrato, tra gli altri, il 37enne primo ministro della Georgia Mamuka Bakhtadze. Un ulteriore passo in avanti verso l'integrazione della Georgia nelle strutture europee, in attesa di un futuro ingresso nell'Unione.
Riferendosi alle parole di Putin (nel 2005) sul crollo dell'URSS come la peggior catastrofe geopolitica, Tusk ha dichiarato:
Tusk ha anche criticato la recente decisione del Cremlino di fermare tutto il traffico aereo con la Georgia a seguito di un episodio che ha coinvolto il deputato russo Sergei Gavrilov, seduto sulla poltrona del Parlamento georgiano e dopo che Mosca ha dichiarato che i cittadini russi non sono al sicuro in Georgia.
"Non dovremmo mai dimenticare chi è il conquistatore, chi era quello che ha occupato... E cioè la Russia di Putin", commenta Claudia Roth, vicepresidente del Parlamento tedesco.
"Non direi che la Russia è nemica ma la politica fatta di Putin non è una politica amichevole, fa repressione... Cancellare tutti i voli dalla Russia alla Georgia ha conseguenze economiche terribili. Quindi, questo non è il modo di trattare con i vicini".
Le recenti grandi proteste anti-russi erano rivolte ai politici russi e al riconoscimento russo delle repubbliche secessioniste della Georgia (o occupazione, come la definiscono gli stessi georgiani), non certo ai cittadini russi, che amano venire in Georgia come turisti e vi torneranno non appena il traffico aereo riprenderà (e dal Cremlino trapela un certo ottimismo).
"Non penso che andremo di nuovo in guerra", dice un ragazzo georgiano di 19 anni.
"Ho un'esperienza di lavoro con i turisti russi nel settore turistico, sono persone leali e facili da gestire. Bisogna trovare una soluzione tra i nostri paesi e non interrompere le relazioni".