l'irruzione di un bambino dà al Pontefice un'altra occasione per rompere il protocollo: "lasciatelo giocare, di fronte a Dio dobbiamo essere liberi come un bimbo davanti al padre"
Papa Francesco rompe ancora una volta il protocollo per impartire ai fedeli una nuova lezione di umanità. L'occasione è l'udienza generale del mercoledì, quando le scalmane di un bimbo italo-argentino danno al Pontefice l'occasione per ricordare che "Davanti a Dio, tutti dovremmo avere la libertà di un bimbo di fronte a suo padre".
Il bimbo si arrampica sul palco, giocando con i pantaloni di un'impassibile guardia svizzera. Quando la madre sale a recuperarlo, Bergoglio si rivolge al piccolo per sapere quale sia il suo nome. "Non può parlare - spiega la madre - è disabile". Ma appena lei accenna a Portaro via, Bergoglio la tranquillizza: "Lascialo pure, se ne ha voglia - le dice - lasciarlo giocare qui"
"È argentino - dice quindi a Padre Georg, che se la ride sotto i baffi - e indisciplinato". Dunque, si rivolge ai fedeli. "Cari fratelli, questo bambino non può parlare: è muto. Ma sa come comunicare, come esprimere se stesso. E possiede qualcosa che mi ha dato da pensare: è libero.Indisciplinatamente libero, ma libero. E mi ha spinto a domandarmi: ' sono io altrettanto libero di fronte a Dio?'".