Spagna: giustizia troppo morbida con gli stupratori?

Spagna: giustizia troppo morbida con gli stupratori?
Di Cristiano Tassinari
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Non si placano, in tutta la Spagna, le manifestazioni di protesta contro la sentenza del Tribunale della Navarra, giudicata troppo indulgente, nei confronti di cinque uomini accusati di aver violentato una ragazza di 18 anni alla festa dei tori di Pamplona nel 2016. Indignazione in tutto il paese.

Terzo giorno di indignazione in Spagna

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Oltre 30.000 manifestanti, soprattutto donne, ma non solo, hanno protestato sabato a Pamplona, in Spagna, dopo la decisione del tribunale della Navarra di condannare cinque uomini, accusati dello stupro di una ragazza di 18 anni, soltanto a 9 anni di reclusione per abuso sessuale e non a 22 anni di carcere per violenza sessuale.

Il gruppo è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali, un'accusa che molti ritengono troppo indulgente, data la natura dei loro crimini.

Da giovedi, giorno del verdetto, la vicenda ha causato violente proteste in tutta la Spagna.

"No alla giustizia patriarcale"

Sono scese in piazza molte associazioni femministe.
Uxue Álvarez, del movimento femminista di Pamplona, spiega: "Riteniamo che questa sentenza sia intollerabile, perché il crimine che è accaduto a San Firmino non è stato un abuso sessuale, è stata violenza....diciamo no alla giustizia patriarcale, una giustizia che ci incolpa e che non ci protegge".

Uxue Álvarez, del movimento femminista di Pamplona.

Le dà man forte una ragazza: "Abbiamo ancora questa mentalità cosi profondamente radicata, la vediamo così naturale, ma non è normale che metà della popolazione - le donne - provi paura, paura di camminare da sola per strada di notte, non è normale che devi essere accompagnata quando vuoi tornare a casa".

Un'altra ragazza intervistata a Pamplona.

Quel 7 luglio 2016...

L'episodio accadde il 7 luglio 2016, ai danni di una ragazza di Madrid di allora 18 anni, durante la celebre festa dei tori di San Firmino a Pamplona.
A compiere l'atto, cinque uomini di Siviglia, tra i 27 e i 29 anni, che nel loro gruppo di WhatsApp si autodefinivano "Manada" (il branco).

Secondo la ricostruzione i cinque giovani hanno avvicinato la ragazza, l'hanno accompagnata per un tratto di strada fino all'androne di una casa e lì hanno avuto rapporti sessuali con lei. La giovane è stata trovata seminuda e in stato di choc da alcuni passanti, che l'hanno accompagnata in un commissariato. Qui ha denunciato l'accaduto: la ragazza ha spiegato di non avere potuto reagire perché paralizzata da quanto stava succedendo.

I cinque accusati (Jesús Escudero Domínguez, José Ángel Prenda Martínez, Ángel Boza Florido, Alfonso Jesús Cabezuelo Entrena e Antonio Manuel Guerrero) si sono difesi sostenendo che la ragazza non ha opposto resistenza e che quindi era consenziente. Un elemento, quello della mancanza di violenza, che ha spinto la Corte a condannare i cinque per "abuso" sessuale e non "aggressione" sessuale.

"Non è abuso, è violenza".

Secondo la legge spagnola, infatti, l'accusa di abuso sessuale differisce dallo stupro in quanto non implica violenza o intimidazione.

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http://it.euronews.com/2018/04/26/spagna-per-il-giudice-non-fu-stupro-proteste

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