Italiani in Niger contro il terrorismo e i trafficanti di uomini

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Il governo intende chiedere al Parlamento l'autorizzazione a spostare in Africa una parte del contingente oggi di stanza in Iraq

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Una parte del contingente italiano in Iraq verrà spostata in Niger per lottare contro il terrorismo e il traffico di esseri umani. Lo ha detto Paolo Gentiloni, salito a bordo della nave militare Etna, con la ministra della difesa Roberta Pinotti, per salutare i soldati della Missione europea Sophia nel Mediterraneo. 

Paolo Gentiloni ha detto, tra l'altro:

Daesh è stato sconfitto, la minaccia terroristica non è scomparsa, naturalmente. E noi dobbiamo continuare a lavorare concentrando le nostre attenzioni e le nostre energie in quel mix di minacce, dal punto di vista del traffico di esseri umani e del terrorismo, che è andato negli ultimi anni consolidandosi nel Sahel, in Africa.

La porta d'ingresso in Libia

Il Niger si trova a Sud della Libia, principale snodo del traffico attuale e da cui i migranti partono e arrivano in condizioni che testimoni e ONG hanno definito disumane. 

La missione, si parla di alcune centinaia di uomini dedicati esclusivamente all'addestramento delle forze locali, dovrà essere autorizzata dal Parlamento, ma una prima ricognizione a Niamey sarebbe già in corso. 

In Niger operano tra l'altro le truppe francesi, che hanno nel paese del Sahel una delle loro più importanti basi in Africa. Il presidente francese Emmanuel Macron si è recato in visita fra i soldati poco prima di Natale, annunciando, tra l'altro, che l'operazione Barkhane, iniziata nel 2014 contro i jihadisti salafiti del Sahel, manterrà la stessa intensità anche nel 2018.

Il Presidente del Consiglio dei ministri italiano ha anche tracciato un bilanco della lotta al nuovo schiavismo: la missione navale europea, sotto direzione italiana, ha portato nel 2017 al fermo di 130 scafisti e alla distruzione di circa 600 barconi.

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