Dopo polemiche rimborsi si dimette rettore di Messina

Decisione comunicata ai capi dipartimento dell'ateneo
Decisione comunicata ai capi dipartimento dell'ateneo
Di ANSA
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
euronews pubblica le notizie d'ansa ma non interviene sui contenuti degli articoli messi in rete. Gli articoli sono disponibili su euronews.com per un periodo limitato.

(ANSA) - MESSINA, 09 OTT - Il professore Salvatore Cuzzocrea si dimetterà da rettore dell'Università di Messina, dopo aver ultimato le ultime formalità. Di conseguenza, decade da presidente della Crui, Conferenza dei rettori delle università italiane. Il rettore ha comunicato le sue dimissioni già in una riunione con alcuni direttori di dipartimento. Nelle prossime ore con una lettera comunicherà le sue decisioni anche al ministero dell'Università. La decisione è stata presa dopo che nelle ultime settimane sono divampate le polemiche dopo le denunce del segretario del sindacato Gilda dell'Università messinese, e componente del Senato accademico, Paolo Todaro che aveva presentato esposti sui rimborsi chiesti da Cuzzocrea: oltre 2,2 milioni di euro rimborsati tra il 2019 e il 2023. Todaro ha anche messo gli occhi su una srl, la "Divaga società agricola", che risulta di proprietà del rettore e della moglie, rispettivamente per 80% e per il 20%. Amministratore unico è la madre del rettore, vedova di Diego Cuzzocrea, a capo dell'ateneo peloritano dal '95 al '98. Dal 20 gennaio di quest'anno al 28 settembre, la società ha ricevuto 14 pagamenti (sotto le voci di servizi, manutenzione, materiali) che vanno da un minino di 600 a un massimo di 17.900 euro, per un importo complessivo di 122mila 300 euro. La Divaga srl è un'azienda agricola con appena due dipendenti, che ha sede in una stradina di campagna di Viagrande, alle falde dell'Etna. (ANSA).

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Ex ostaggi e familiari a muso duro contro Netanyahu: "Bugiardo, dimettiti"

Israele avanza a sud su Khan Younis. Peggiora la crisi umanitaria

Copernicus: il 2023 è l'anno più caldo mai registrato