Istruzione a rischio a Hebron e nel resto della Cisgiordania

In collaborazione con The European Commission
Istruzione a rischio a Hebron e nel resto della Cisgiordania
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Di Monica Pinna
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Aid Zone ci porta a Hebron, in Cisgiordania. Una città divisa tra palestinesi e israeliani. Entreremo nella parte di Hebron controllata da Israele per vedere come l'Europa sostiene il diritto fondamentale all'istruzione per i bambini plaestinesi.

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Hebron, in Cisgiordania, è spaccata in due da 22 anni.
L'80%, denominato H1, è sotto il controllo palestinese. Il 20%, l'area H2, è sotto sorveglianza istraeliana.


Nella zona H2
, vivono 40.000 palestinesi e 800 coloni, protetti da 650 soldati israeliani.

Circa 4.200 studenti palestinesi a Hebron si confrontano ogni mattina andando a scuola con posti di controllo, intimidazioni e minacce.

Una città divisa in due

Hebron è l'unica città palestinese con insediamenti israeliani al suo interno. Intere zone dell'area H2, controllata da Israele, sono state chiuse o limitate al passaggio dei residenti palestinesi per proteggere i coloni. Gran parte di Shuhada street, un tempo il mercato più importante della città e della regione, è una zona "sterile", dove ai palestinesi non è consentito neanche di camminare, nonostante le loro case siano ancora lì.

"Ogni volta che vado a scuola ci sono difficoltà"

Waed, 13 anni, ha sempre vissuto qui. Ogni mattina non sa se e quando riuscirà a raggiungere la sua scuola.

"Ogni volta che vado a scuola ci sono difficoltà. Ci sono molti soldati, ci perquisiscono puntualmente e arrivo sempre tardi", spiega Waed Sharabati.

Waed frequenta la scuola elementare Qurtuba. Di fronte al cancello c'è un posto di controllo, che non abbiamo potuto filmare. Un'enclave israeliana è appena di fronte. A causa delle pressioni cui sono esposti gli studenti, Qurtuba è stata inclusa nel Better Learning Programme.
Il progetto "Studiare Meglio" è finanziato dall'Ufficio europeo per gli Aiuti umanitari e gestito dal Norwegian Refugee Council.

Il progetto "Apprendere Meglio"

"Quest'anno stiamo lavorando con ottanta scuole in Cisgiordania. In questi istituti più vulnerabili abbiamo visto che circa il 20% degli studenti sono seriamente traumatizzati", spiega Camilla Lodi, del Norwegian Refugee Council.
"I risultati del progetto sono molto promettenti perché in media due terzi dei bambini che seguiamo passano da quattro incubi alla settimana a zero", aggiunge Camilla Lodi.

Gli studenti eseguono esercizi di rilassamento all'inizio delle lezioni con insegnanti formati ad hoc. Il programma dell'Ong norvegese prevede anche gruppi di lavoro per studenti con disturbi di apprendimento e sessioni indivduali con psicologi per i bambini con incubi da trauma.

"Quando ho iniziato questo programma, ho imparato a controllare la mia rabbia e come superare le difficoltà di ogni giorno. Ho anche migliorato i miei risultati a scuola", spiega Waed.

Un accesso sicuro e continuo all'istruzione?

L'Unione europea cerca di garantire un accesso sicuro e continuo all'istruzione nelle zone di crisi. A Hebron è un compito particolarmente arduo, ci ha confermato la delegata della Commissione europea. L'abbiamo incontrata nel cimitero che gli studenti di Qurtuba attraversano ogni giorno per evitare i posti di blocco israeliani.

"Secondo le Nazioni Unite ci sono circa 38 mila bambini esposti alla violenze nell'ambito del conflitto nell'area C, la zona controllata dalle autorità israeliane nei territori palestinesi. CI sono anche una cinquantina di scuole a rischio demolizione nella stessa zona", afferma Michelle Cicic, dell'Ufficio europeo per gli Aiuti umanitari.

- Monica Pinna, Euronews:
"Perché questa crisi ha avuto bisogno del sostegno europeo?".

"Perché siamo convinti che l'istruzione sia un diritto fondamentale, e anche per l'impatto che queste violazioni hanno sui bambini e sul loro accesso sicuro alla scuola", risponde Michelle Cilic.

"La vita di ogni giorno è difficile"

Gli studenti che vivono nella zona H2 iniziano e finiscono le lezioni prima delgli orari abituali per limitare gli incontri con i coloni.
Waed per rientrare a casa senza problemi cammina sui muri del suo stabile. Suo padre vive qui da decenni.

"La vita di ogni giorno è difficile. Un attacco puô avvenire in ogni momento. I coloni a volte ci assaltano con spray al pepe, o ci vengono contro con le macchine. Anche i nostri bambini sono degli obiettivi", spiega Zidane Sharabati, il papà di Waed.

Bambini arrestati e istruzione sotto attacco

Gli arresti di minori sono tra gli incidenti più comuni a Hebron, intorno e all'interno delle scuole. Ad oggi 200 minori sono detenuti nelle prigioni israeliane, una ventina provengono da Hebron. Il più giovane palestinese arrestato l'anno scorso aveva sei anni.

"I minori sono solo un aspetto della gestione dell'occupazione. E' una routine per le corti militari israeliane processare ogni anno centinaia di minori palestinesi", spiega Hagai El-Ad, Direttore di B'Tselem.

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- Monica Pinna, Euronews:
"Può dire che l'istruzione è attaccata in Cisgiordania e ad Hebron?"

"Tutti gli aspetti della vita dei palestinesi sono esposti. Tutto dipende dalle decisioni arbitrarie degli israeliani", conclude Hagai El-Ad..

La scuola non è ancora uno spazio sicuro per gli studenti palestinesi di Hebron e della Cisgiordania. Qui, bambini come Waed crescono guardando le telecamere di sicurezza al posto dei film.

Un'immagine di quasi normalità: una bambina sull'altalena.

Fotogallery

"Social" Backstage

Sono state notevoli, come comprensibile, le difficoltà a filmare e a fotografare questi territori palestinesi.

La giornalista di Euronews, Monica Pinna, ha pubblicato alcune foto sul suo profilo Twitter.

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Mentre, per quanto riguarda le riprese, spesso il cameraman le ha dovute girare tre volte, nel caso venisse sequestrata - come accade di frequente - la scheda con le immagini.

Risorse addizionali per questo articolo • Versione web Cristiano Tassinari

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