Dai voli e dalle crociere cancellati agli hotel vuoti, qual è l'impatto del conflitto tra Israele e Hamas sul settore turistico della regione?
Solo due settimane fa, la piazza principale e le strade intorno alla Chiesa della Natività di Betlemme erano affollate di turisti.
Ora è il deserto dopo il devastante attacco del gruppo militante palestinese Hamas in Israele il 7 ottobre.
"Gli affari sono fermi da quando è iniziata la guerra", ha detto Essa Abu Dawoud, una guida turistica della città palestinese. "Le strade sono state chiuse, non arriva nessuno".
In tutto lo stato di Israele e nei territori palestinesi occupati, Gaza e Cisgiordania, gli alberghi si sono svuotati e almeno sei compagnie aeree hanno interrotto i viaggi verso le destinazioni principali, come Gerusalemme e Tel Aviv, a causa dell'escalation del conflitto.
Due tour operator hanno sospeso i viaggi fino al prossimo anno.
Lenavi da crociera stanno evitando le coste israeliane, un tempo molto frequentate, e le principali compagnie aeree hanno smesso di volare da e per Israele, mentre i governi si sono affrettati a riportare a casa i propri cittadini.
EasyJet ha dichiarato di aver cancellato tutti i pacchetti per Tel Aviv in partenza prima del 22 ottobre, mentre Virgin Atlantic Holidays ha permesso ai vacanzieri di prenotare nuovamente per date successive o di ottenere un rimborso se viaggiavano prima del 18 ottobre.
L'assalto di Hamas - inserita nella black list delle organizzazioni terroristiche da Stati Uniti, Unione europea e altri governi - alle comunità israeliane il 7 ottobre ha ucciso più di 1.400 persone. In risposta, Tel Aviv ha intensificato i suoi attacchi contro la roccaforte di Hamas, ovvero Gaza, uccidendo quasi 2.700 persone.
Gli hotel e i luoghi di pellegrinaggio sono ancora aperti in Palestina e Israele?
InterContinental Hotels ha dichiarato che due dei suoi hotel, Six Senses Shaharut e Hotel Indigo Tel Aviv - Diamond District, sono stati temporaneamente chiusi. La catena ha registrato alcune cancellazioni e parecchi clienti hanno spostato le prenotazioni.
Con la maggior parte dei suoi hotel vuoti, una delle principali catene israeliane, Isrotel, è "sul punto" di chiuderne temporaneamente alcuni, ha dichiarato un portavoce.
L'esodo dei visitatori stranieri è un duro colpo per l'industria del turismo israeliana, una delle più grandi del Paese, che si stava riprendendo dalla pandemia di Covid. Il settore rappresenta il 2,8% del PIL di Israele. Il settore rappresenta il circa il 3,5% dell'occupazione totale.
I prossimi mesi, come da tradizione, sono i più affollati dell'anno per l'arrivo dei pellegrini cristiani che arrivano dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e da altre parti d'Europa.
"Per vivere ci affidiamo al turismo. Abbiamo avuto la crisi del Covid, ci stavamo riprendendo, aspettando che i turisti tornassero", ha detto Khader Hussein, 30 anni, venditore di souvenir a Betlemme, il tradizionale luogo di nascita di Gesù. "Ora il settore turistico è morto".
Attirati dai siti storici di Gerusalemme e Betlemme e dalle spiagge di sabbia bianca di Tel Aviv, nei primi nove mesi del 2023, sono stati circa tre milioni i turisti che sono sbarcati in Israele, secondo l'Ufficio centrale di statistica israeliano.
Si tratta di una cifra vicina ai livelli pre-pandemia, che comprende circa 800.000 americani.
Gli hotel offrono camere ai turisti in fuga
Un giorno dopo l'attacco, il Ministero del Turismo israeliano ha dichiarato che i tour dovrebbero essere evitati e che i turisti dovrebbero restare chiusi nei loro hotel o sulle navi da crociera. Mercoledì ha dichiarato che i turisti possono spostarsi nel Paese solo se strettamente necessario.
Oltre 90.000 turisti si trovavano in Israele e migliaia avevano visitato i siti nazionali durante la scorsa settimana. Lo stesso giorno, però, il governo degli Stati Uniti ha innalzato l'avviso di viaggio per Israele e la Cisgiordania a livello 3, il secondo livello più alto.
Il Regno Unito sconsiglia tutti i viaggi tranne quelli essenziali in Israele e nei territori palestinesi.
Elias al-Arja, capo dell'Associazione alberghiera araba, ha dichiarato che la maggior parte degli hotel in Cisgiordania ha trascorso la scorsa settimana ad aiutare i turisti a fuggire dopo l'inizio delle violenze. Circa il 90% degli hotel in Cisgiordania sono vuoti, ha dichiarato.
Dan Hotels e Isrotel hanno dichiarato di aver messo a disposizione camere per le persone in fuga dal confine con Gaza. Dan offre anche sconti del 50% sulle camere per i locali.
Previsto un conflitto prolungato
La risoluzione del conflitto sembra non essere vicina e quindi è chiaro quando i visitatori stranieri potranno tornare.
Il gruppo turistico Authentic Israel ha chiesto ai turisti che avevano prenotato i loro viaggi cancellati di donare 150 dollari (142 euro) ciascuno per sostenere il suo staff durante la crisi.
Il tour operator australiano Intrepid Travel ha sospeso i viaggi in Israele e nei territori palestinesi fino alla fine dell'anno, mentre Odysseys Unlimited li ha sospesi fino al 31 marzo. La compagnia statunitense ha dichiarato che continuerà i tour in Egitto e Giordania, ma ha dato agli ospiti la possibilità di spostarsi a una data successiva o a un'altra destinazione.
Alcuni stanno riprogrammando le vacanze per l'anno prossimo. Almeno così sperano tutti.