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Politica UE. Esclusivo: i sindacati europei chiedono di indagare i sistemi di sorveglianza del lavoro di Amazon

Un lavoratore raccoglie la merce per gli ordini di acquisto in un magazzino del Centro logistico di Amazon in Germania.
Un lavoratore raccoglie la merce per gli ordini di acquisto in un magazzino del Centro logistico di Amazon in Germania. Diritti d'autore Martin Meissner/AP
Diritti d'autore Martin Meissner/AP
Di Cynthia Kroet
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Le associazioni del lavoro di 11 Paesi diversi si sono rivolte alle autorità nazionali per la protezione dei dati: chiedono un intervento come quello del 2023 della Francia. Il colosso dell'e-commerce ha ricevuto una multa per la protezione dei dati per aver monitorato le attività dei dipendenti

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I sindacati di 11 diversi Paesi dell'Unione europea hanno scritto alle autorità per la protezione dei dati di tutto il blocco chiedendo l'apertura di indagini sulle pratiche di sorveglianza dei dati di Amazon, secondo una lettera visionata in esclusiva da Euronews. 

I leader sindacali, provenienti da Paesi europei in cui i magazzini di Amazon impiegano un numero significativo di lavoratori, tra cui Austria, Germania, Irlanda e Spagna, contestano l'uso della sorveglianza e della gestione algoritmica da parte del colosso dell'online shopping. 

Dispositivi di tracciamento e monitoraggio delle attività dei lavoratori Amazon

Sostengono che per controllare il lavoro il gigante tecnologico utilizza scanner per le mani, software di monitoraggio delle attività, videocamere, dispositivi Gps e altre tecnologie di tracciamento, con conseguenze sulla salute mentale e fisica dei suoi dipendenti.

I sindacati chiedono quindi alle diverse autorità nazionali per la protezione dei dati di seguire l'esempio della Francia. Nel dicembre 2023, a seguito di un'indagine, la Commission nationale de l'informatique et des libertés (Cnil) ha imposto una sanzione di 32 milioni di euro ad Amazon France logistique

L'azienda è stata ritenuta colpevole di aver violato le norme Ue sulla protezione dei dati per aver creato un "sistema eccessivamente intrusivo" per il monitoraggio delle attività e delle prestazioni dei dipendenti, oltre a sanzioni per protocolli di videosorveglianza inadeguati.

Nel 2021 era stata l'autorità lussemburghese preposta a comminare ad Amazon una multa di 746 milioni di euro per aver trattato i dati personali in violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).

Amazon nel mirino anche del Parlamento europeo

Oliver Roethig, segretario regionale del sindacato Uni Europe, ha dichiarato a Euronews che i sistemi di gestione dei dipendenti "minano la fiducia tra lavoratori e management, ma evidenziano anche un disprezzo sistemico per le nostre leggi sulla privacy".

"È ora di alzarsi in piedi e chiedere che queste multinazionali rispettino i dati personali dei lavoratori e il loro diritto a un posto di lavoro dignitoso. Abbiamo bisogno di un'azione decisa per garantire la piena applicazione delle nostre leggi", ha dichiarato Roethig.

La lettera arriva mentre Amazon si trova anche nel mirino dei deputati europei. Il mese scorso cinque eurodeputati socialdemocratici hanno visitato gli stabilimenti del colosso in Germania, Italia, Spagna e Paesi Bassi, chiedendo di saperne di più sulle condizioni di lavoro dei dipendenti.  

A febbraio ai rappresentanti della piattaforma di e-commerce è stato vietato l'ingresso al Parlamento europeo in seguito a una richiesta della Commissione per l'occupazione e gli affari sociali (Empl), dopo che l'azienda non ha partecipato a una serie di audizioni e visite agli stabilimenti nel 2021 e 2023.

Ritirati i badge per l'accesso al Parlamento Ue

Amazon si è vista ritirare i 14 badge per accedere al Parlamento, che non ne emetterà di nuovi fino a nuovo ordine. All'epoca la portavoce Sarah Tapp ha dichiarato a Euronews che l'azienda rimane aperta a un "dialogo costruttivo sulle questioni che riguardano l'industria logistica e rimane impegnata a impegnarsi con la Commissione (Empl, ndr)".

In un blogpost pubblicato il mese scorso in occasione dell'apertura dell'Operations innovation lab di Amazon in Italia, la vicepresidente globale dell'azienda per la salute e la sicurezza sul posto di lavoro Sarah Rhoads ha sottolineato la sua costante attenzione agli investimenti, all'innovazione e all'invenzione a favore della sicurezza.

"I dipendenti sono il cuore e l'anima delle nostre operazioni, ed è per questo che la tecnologia che impieghiamo nei nostri siti è sempre orientata a servire il nostro team e a rendere le nostre operazioni più sicure. I nostri continui investimenti nella robotica aiutano a ridurre il carico di lavoro fisico dei dipendenti e le attività ripetitive che possono causare infortuni, aiutandoli al contempo ad acquisire nuove competenze che possono far progredire la loro carriera", ha dichiarato Rhoads.

Amazon è stata contattata per una risposta.

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