Guerra in Ucraina, la sfida delle forniture militari

La guerra in Ucraina è scoppiata il 24 febbraio 2022
La guerra in Ucraina è scoppiata il 24 febbraio 2022 Diritti d'autore Vadim Ghirda/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Di Aida Sanchez Alonso
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Le forniture militari degli alleati sono cruciali nella guerra in Ucraina. Mentre la Russia impiega missili provenienti dalla Corea del Nord, il cancelliere tedesco Scholz sprona gli altri Paesi europei a donare più armi a Kiev

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Di fronte agli intensi bombardamenti russi sull'Ucraina di queste settimane, in Europa cresce la preoccupazione sulle sorti della guerra: un tema strettamente connesso agli aiuti militari inviati a Kiev da Bruxelles e dai governi nazionali. 

"Le consegne di armi all’Ucraina previste finora dalla maggior parte degli Stati dell'Ue sono troppo limitate."
Olaf Scholz
Cancelliere federale della Germania

L'Europa arranca sulle forniture militari

La Germania è al momento lo Stato europeo più generoso, con oltre 17 miliardi di forniture, secondo i dati del Kiel Institute riportati dal quotidiano Politico. Segue il Regno Unito con 6,6 miliardi: più staccate Francia, Italia e Spagna, che hanno tutte fornito meno di un miliardo di aiuti militari a testa. 

Alcuni Paesi dell'Ue non stanno facendo abbastanza, ha ammonito, senza fare nomi, il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

"Per quanto importante, il nostro contributo da solo non sarà sufficiente a garantire la sicurezza dell'Ucraina a lungo termine. Invito quindi i nostri alleati nell'Ue a intensificare i loro sforzi a sostegno dell'Ucraina. Le consegne di armi all’Ucraina previste finora dalla maggior parte degli Stati dell'Ue sono troppo limitate."

Inoltre, il lasso di tempo che intercorre tra gli impegni presi e l'effettivo trasferimento di armi e denaro in Ucraina complica i piani dell'esercito di Kiev, che ha urgente e continuo bisogno di materiale bellico, come spiega a EuronewsIan Lesser, esperto del German Marshall Fund.

"Si teme che l'Ucraina stia esaurendo le scorte essenziali di munizioni e che ci vorrà molto tempo per ricostituirle. C’è anche un problema più profondo: questi equipaggiamenti, soprattutto in termini di difesa aerea, vengono utilizzati a un ritmo tale da esaurire le scorte occidentali. I missili Patriot ad esempio costano dai due ai quattro milioni di dollari ciascuno".

Intanto l'Ucraina denuncia l'utilizzo da parte della Russia di missili provenienti dalla Corea del Nord, dopo l'impiego di droni iraniani. 

L'Unione europea condanna a parole gli alleati di Mosca, ma può fare poco in termini pratici per dissuaderli dall'inviare armi che saranno utilizzate al fronte e sulle città ucraine.

"Naturalmente condanniamo qualsiasi fornitura straniera di armi alla Russia. Sono armi utilizzate per uccidere civili ucraini o attaccare infrastrutture civili ucraine", ha detto il portavoce della Commissione Europea Peter Stano.

La Corea del Nord, in particolare, è un Paese che non ha nulla da perdere nei confronti dell'Occidente, visti i rapporti già gelidi con Unione europea e Stati Uniti. 

La collaborazione militare fra Pyongyang e Mosca preoccupa l'Ucraina, ma non quanto la possibilità di perdere il sostegno militare degli Stati Uniti, legato all'esito delle prossime elezioni presidenziali statunitensi a novembre.

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