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Abusi sessuali sui minori: il Parlamento europeo cerca l'equilibrio fra protezione e privacy

Il relatore Javier Zarzalejos (a sinistra) dopo il voto della LIBE sulla definizione di norme per prevenire e combattere gli abusi sessuali sui minori
Il relatore Javier Zarzalejos (a sinistra) dopo il voto della LIBE sulla definizione di norme per prevenire e combattere gli abusi sessuali sui minori Diritti d'autore Emilie GOMEZ/ European Union 2023 - Source : EP
Diritti d'autore Emilie GOMEZ/ European Union 2023 - Source : EP
Di Mared Gwyn Jones
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La commissione Giustizia del Parlamento europeo ha adottato la sua posizione sulla legge per la lotta agli abusi sessuali online sui minori, chiedendo che le nuove regole evitino la sorveglianza di massa o la scansione dei messaggi privati

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La bozza legislativa è stata approvata a maggioranza schiacciante: 51 membri su 54 della commissione Giustizia. Una volta confermata dall'Eurocamera nella seduta plenaria di novembre, sarà negoziata con gli Stati membri dell'Ue.

"Si tratta di trovare il giusto compromesso tra la protezione dei minori e, allo stesso tempo, di fornire un quadro giuridico che garantisca la privacy e la protezione dei dati"
Javier Zarzalejos
Eurodeputato del Partito popolare europeo, relatore della legge contro gli abusi sessuali online

Una legge controversa

A maggio 2022 la Commissione europea aveva proposto di utilizzare le tecnologie emergenti per scansionare i messaggi criptati end-to-end su piattaforme come Whatsapp, al fine di individuare, segnalare e rimuovere materiale pedopornografico.

La proposta ha scatenato un'aspra polemica, tra i sostenitori della privacy e quelli dei diritti dei minori, con la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson accusata di indebita influenza.

I critici sostengono che la legge provochi una grave violazione dei diritti fondamentali alla privacy online, oltre a temere che le tecnologie non siano abbastanza mature per individuare contenuti pedopornografici senza segnalare erroneamente milioni di contenuti legali e incriminare senza motivo gli utenti.

La versione del Parlamento incarica le piattaforme digitali di mitigare il rischio che i loro servizi vengano utilizzati per abusi sessuali online o per adescare minori. Alle autorità giudiziarie sarebbe permesso emettere i cosiddetti "ordini di rilevamento" alle piattaforme digitali, obbligandole cioè a utilizzare le tecnologie a disposizione per rilevare materiale pedopornografico. A differenza della proposta originaria, tuttavia, gli ordini di rilevamento dovrebbero essere mirati, limitati nel tempo e utilizzati come "ultima risorsa" in presenza di "ragionevoli motivi di sospetto".

Secondo il relatore della legge, l'eurodeputato popolare spagnolo Javier Zarzalejos, il Parlamento è riuscito a trovare il giusto equilibrio tra la tutela dei minori online e il diritto fondamentale alla privacy digitale.

"Si tratta di trovare il giusto compromesso tra la protezione dei minori e, allo stesso tempo, di fornire un quadro giuridico che garantisca la privacy e la protezione dei dati. La questione presenta alcune complessità da un punto di vista legale, ma anche in termini di intrusività delle tecnologie che dovrebbero essere impiegate per individuare e rimuovere il materiale pedopornografico".

Il Parlamento appoggia anche la proposta di istituire un Centro europeo per la protezione dell'infanzia, che contribuisca all'attuazione delle nuove norme in collaborazione con le autorità nazionali competenti e con Europol. Il centro contribuirebbe a sviluppare tecnologie di rilevamento, condurre indagini e comminare multe alle piattaforme, se necessario.

I deputati hanno pure proposto di creare un nuovo forum consultivo, per garantire che le voci delle vittime siano ascoltate.

Ordini di rilevamento "mirati"

Gli ordini di rilevamento inclusi nella proposta della Commissione obbligherebbero i servizi di messaggistica digitale a utilizzare una particolare tecnologia di scansione detta Css per accedere ai messaggi criptati degli utenti.

Ma il servizio giuridico del Consiglio dell'Ue ha sollevato "serie preoccupazioni giuridiche" in merito agli ordini di rilevamento e alla loro potenziale "grave interferenza con i diritti fondamentali" sanciti dal diritto comunitario.

La posizione del Parlamento chiede invece che le comunicazioni criptate siano escluse dal campo di applicazione degli ordini di rilevamento. La tecnologia Css mette a rischio "l'integrità e la riservatezza" delle comunicazioni criptate, si legge nel testo. I deputati vogliono anche limitare in modo significativo l'ambito di applicazione degli ordini di rilevamento emessi dal tribunale alle "situazioni di ragionevole sospetto".

Il gruppo di associazioni di settore European Digital Rights (Edri), che si opponeva fermamente alla proposta della Commissione, ha accolto con favore il testo del Parlamento. "I deputati hanno giustamente riconosciuto che nessuno sarà al sicuro online se l'Ue violerà la crittografia", ha dichiarato Ella Jakubowska, senior policy advisor di Edri.

I difensori dei diritti dei minori, invece, accusano l'Eurocamera di miopia nell'annacquare le ambizioni della Commissione. Secondo **Ecpat International,**una piattaforma globale che lotta contro lo sfruttamento sessuale minorile, limitare gli ordini di individuazione a sospetti mirati consentirà agli autori di continuare a perpetrare i propri abusi. 

Amy Crocker, responsabile della protezione dei minori e della tecnologia di Ecpat, ha dichiarato che la posizione del Parlamento rappresenta "un'allarmante battuta d'arresto per la sicurezza dei minori online".

"È in netta contraddizione con le aspettative dei cittadini europei e, cosa più critica, mina attivamente la sicurezza dei nostri bambini negli spazi digitali".

"È una decisione che privilegia la burocrazia rispetto al benessere dei bambini"
Amy Crocker
Responsabile della protezione dei minori e della tecnologia di Ecpat International

L'adescamento potrebbe passare inosservato

Per affrontare il problema dell'adescamento online dei minori, il Parlamento vuole che i servizi digitali rivolti ai bambini richiedano il consenso dell'utente per i messaggi non richiesti, dispongano di opzioni di blocco e rafforzino il parental control.

Ma la Commissione voleva spingersi oltre, utilizzando modelli linguistici basati sull'intelligenza artificiale per individuare comportamenti che potrebbero configurarsi come adescamento di minori e rendere più facile la ricerca di predatori sessuali in rete.

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Secondo Ecpat International, "decidere di non individuare l'adescamento significa rinunciare alla possibilità di prevenire i danni futuri".

Un nuovo rapporto pubblicato a ottobre dalla WeProtect Global Alliance suggerisce che le piattaforme di gioco sociali stanno diventando nuovi ambienti pericolosi per l'interazione tra adulti e bambini: le conversazioni possono degenerare in situazioni di adescamento ad alto rischio in soli 19 secondi, con un tempo medio di 45 minuti per condurre l'azione predatoria.

Secondo Zarzalejos, però, le nuove misure di mitigazione del rischio per le piattaforme contribuiranno a proteggere i bambini da questi pericoli e anche il grooming, cioè l'intero processo in cui si stabilisce una relazione emotiva con il bambino per abbassarne le difese, rientra nell'ambito di applicazione del regolamento. 

"L'unica modifica che abbiamo concordato è quella di escludere il grooming dall'audit di rilevamento".

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