Accordo sul regolamento Asap: 500 milioni di fondi europei per l'industria militare

Soldati ucraini installano un sistema missilistico anticarro "Stugna" vicino a Bakhmut, nella regione di Donetsk, Ucraina, 17 marzo 2023.
Soldati ucraini installano un sistema missilistico anticarro "Stugna" vicino a Bakhmut, nella regione di Donetsk, Ucraina, 17 marzo 2023. Diritti d'autore AP Photo/Roman Chop
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Di Alice Tidey
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Consiglio e Parlamento europeo trovano l'intesa a due mesi dalla proposta iniziale della Commissione. Ora manca solo il voto finale delle due istituzioni

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"Abbiamo un accordo": il tweet di Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, annuncia l'intesa raggiunta dai negoziatori di Consiglio e Perlamento europeo sul regolamento Asap, "Atto di supporto alla produzione di munizioni", che fornità 500 milioni di euro di fondi europei all'industria militare dell'Unione.

"In soli due mesi, l'Europa ha concordato un programma storico ASAP per finanziare l'aumento della base industriale di difesa a sostegno dell'Ucraina e della sicurezza dell'Europa", ha aggiunto.

Approvazione rapida

Il regolamento, proposto dalla Commissione all'inizio di maggio, è stato concordato tramite una procedura accelerata, data l'urgenza di fornire armi all'Ucraina per difendersi dall'invasione russa.

Margarita Robles, ministro della Difesa della Spagna, che attualmente detiene la presidenza di turno del Consiglio dell'UE, ha dichiarato che il rapido accordo "è l'ennesima prova dell'incrollabile impegno dell'Ue a sostenere l'Ucraina, a rafforzare la base tecnologica e industriale di difesa dell'Ue e, in ultima analisi, a garantire la sicurezza e la difesa a lungo termine dei cittadini dell'Unione".

Anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha accolto con favore l'accordo, affermando che "accelererà la consegna di munizioni all'Ucraina in questa fase cruciale della guerra".

La "terza gamba" del piano di sostegno all'Ucraina

L'Asap fa parte di un piano in tre parti presentato a marzo da Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri, per fornire all'Ucraina le munizioni di cui ha bisogno e per rifornire le scorte degli Stati membri, che si stanno rapidamente esaurendo.

La prima parte prevede la fornitura di munizioni già presenti negli stock dei Paesi europei, che verranno rimborsati con un miliardo di euro proveniente dall'European Peace Facility, il fondo dedicato a finanziare le missioni militari al di fuori dell'Unione.

Un altro miliardo verrà utilizzato per acquisti congiunti di munizioni da 155 millimetri destinate all'Ucraina.

La terza parte, l'Asap, prevede l'impiego di 500 milioni di euro di fondi comunitari per rafforzare le capacità di produzione industriale delle aziende europee per le munizioni d'artiglieria e per i missili. Introdurrà un quadro normativo temporaneo per affrontare quella che la Commissione ha definito una "crisi di approvvigionamento di munizioni".

Il denaro sarà erogato alle aziende europee considerate idonee sottoforma di sovvenzioni: la speranza è che i fondi pubblici stimolino gli investimenti privati per un totale di un miliardo di euro.

"Questo regolamento velocizzerà le consegne di munizioni all'Ucraina in questa fase cruciale della guerra"
Ursula von der Leyen
Presidente della Commissione europea

Voti e polemiche

Per l'approvazione definitiva del regolamento, servirà ora un voto favorevole sul compromesso raggiunto sia da parte del Consiglio che del Parlamento europeo. La commissione Industria (Itre) dell'Eurocamera si esprimerà lunedì 10 luglio e con ogni probabilità il voto verrà messo in calendario nella sessione plenaria la stessa settimana.

L'esito sembra scontato: il primo voto sul tema, nella plenaria di giugno, ha approvato il regolamento con 446 voti favorevoli, 67 contrari e 112 astenuti. Non manca, comunque, qualche voce critica: Marc Botenga, un eurodeputato belga del gruppo La Sinistra che ha preso parte ai negoziati, ha definito l'accordo un "errore storico".

"Il denaro dell'Ue, urgentemente necessario per la ricerca, la salute o le infrastrutture climatiche, viene ora impiegato per l'economia di guerra. Un mondo alla rovescia".

Botenga sostiene che la legge è "illegale" perché violerebbe l'articolo 41.2 del Trattato Ue, che vieta di finanziare tramite il bilancio comunitario "le spese derivanti da operazioni aventi implicazioni militari o di difesa".

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