Crisi energetica, i controversi legami tra Unione europea e Azerbaigian

Primo ministro ungherese Viktor Orban
Primo ministro ungherese Viktor Orban Diritti d'autore AP Photo/Vadim Ghirda
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Di Will Neal
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L'energia "verde" azera non è la soluzione alla dipendenza dell'Ue dalla Russia, affermano gli esperti.

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"Dall'inizio dell’invasione russa, abbiamo deciso di dire stop ai combustibili fossili russi e di diversificare verso partner energetici affidabili".

Queste le parole di Ursula von der Leyen, nel dicembre dello scorso anno, dopo la firma dell’accordo per la costruzione di un nuovo cavo sottomarino sotto il Mar Nero, che consentirà all'Azerbaigian e alla Georgia di fornire elettricità verde ai mercati ungherese e rumeno.

Nonostante il tono schietto e provocatorio delle osservazioni della Presidente della Commissione europea, gli esperti affermano che non sarà tutto così semplice. I principali nodi da sciogliere riguardano la sua efficacia in termini di costi e l'effettiva fattibilità degli obiettivi ambientali dichiarati.

"L'Unione europea è stata ingenua a pensare che fosse una buona idea", ha affermato Andras Perger, attivista per il clima e l'energia di Greenpeace Ungheria. “Se ne parla troppo, un progetto incerto che a me non sembra per niente economicamente percorribile”.

"I nostri ghiacciai stanno diminuendo"

Attualmente oltre il 90% dell'energia azera proviene da fonti non rinnovabili, dato che i parchi eolici nel Mar Caspio, che dovrebbero alimentare il futuro cavo non esistono ancora. Si è parlato di un potenziale utilizzo anche del potenziale idroelettrico della Georgia, ma gli ambientalisti locali avvertono che la capacità del paese è stata a lungo sopravvalutata.

“Non abbiamo mezzi per rifornire i paesi dell'Unione europea. Sarà sufficiente se saremo in grado di soddisfare i nostri bisogni", ha sottolineato Dato Chipashvili, analista di Green Alternative, una ONG georgiana. "Il potenziale sarà da valutare in futuro, a causa del cambiamento climatico, perché i nostri fiumi sono basati sui ghiacciai e i nostri ghiacciai stanno diminuendo".

Studi e analisi precedenti suggeriscono che la costruzione del cavo internet sottomarino potrebbe costare dai due ai tre miliardi di euro, per una fornitura di elettricità che rischia di essere notevolmente inferiore alla domanda prevista.

"I firmatari dell'accordo stanno facendo notare che sarà una linea con una capacità di tre gigawatt, ma fonti internazionali affermano che avrà solo un gigawatt", spiega Perger. "Non è davvero niente, da un punto di vista europeo".

Marian Mandru, un'altra attivista di Greenpeace, sostiene che c'è più spazio per aumentare la sostenibilità a livello locale in Ungheria e Romania, sia migliorando l'efficienza energetica che investendo nelle rinnovabili nazionali. "Sono fiduciosa sul fatto che il denaro venga usato in investimenti migliori, e in particolare in più investimenti locali, perché farebbe una differenza maggiore", afferma la Mandru.

"La società civile e i media lottano per sopravvivere"

Altri critici dell'iniziativa si sono concentrati su altre problematiche. In pratica questo progetto discosta, dicono, da quello che è l'obiettivo dell'Ue di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, sostenendo che l'iniziativa comporta semplicemente lo scambio di legami con una dittatura che viola i diritti umani, impegnata in una guerra illegale.

L'Azerbaigian è stata a sotto la lenta della comunità internazionale, con condanne e richiami, per le sue restrizioni alla libertà di informazione. Il governo ha spesso arrestato critici di stato e torturato i detenuti.

“Il presidente ha un potere assoluto e incontrollato nel prendere tutte le decisioni”, spiega Giorgi Gogia, Direttore associato della divisione Europa e Asia centrale di Human Rights Watch. "È una situazione in cui i critici sono spesso presi di mira da false accuse penali o amministrative e in cui la società civile e i media lottano per sopravvivere".

Prendiamo ad esempio l'attivista Bakhtiyar Hajiyev, che nell'aprile 2022 è stato sequestrato da uomini a volto coperto e portato in un luogo segreto dopo aver criticato il ministro degli interni del paese. Fu bendato, picchiato e minacciato di omicidio. Altro caso quello del politico dell'opposizione Tofiq Yagublu, che nel gennaio del 2022, riportò ferite multiple mentre era sotto custodia della polizia.

Siccome le relazioni Ue-Azerbaigian si sono deteriorate dall’inizio della guerra in Ucraina, gli esperti ritengono che la mancanza di volontà di sfruttare gli interessi del paese nei mercati europei rappresenti un'occasione mancata per limitare tali abusi sotto il regime di Aliyev.

“I legami più stretti dovrebbero sicuramente essere legati a condizioni di miglioramento concreto dei diritti nel Paese”, ha dichiarato Gogia. "Sfortunatamente non sta accadendo.

Altri punti critici

La questione della lunga guerra dell'Azerbaigian con la vicina Armenia sullo status del Nagorno-Karabakh, la regione separatista a maggioranza armena all'interno dell'Azerbaigian, negli ultimi anni è stata teatro di violenti scontri tra le due parti.

Secondo Richard Giragosian, Direttore del Centro studi regionali in Armenia, l'apparente riluttanza dell'Ue a includere il conflitto nei termini di qualsiasi accordo energetico "tende a rivendicare la vittoria del regime autoritario dell’Azerbaigian sulla democrazia in difficoltà in Armenia".

Se il progetto Black Sea Cable avrà reali prospettive di successo dipenderà in gran parte dai risultati di uno studio sulla reale fattibilità, la cui pubblicazione è prevista per l'inizio del 2024.

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CESI, la società italiana incaricata di condurre la ricerca, ha rifiutato un'intervista su questa storia. Nel complesso, tuttavia, c'è la sensazione tra diversi analisti che, in ultima analisi, l'iniziativa potrebbe essere servita a uno scopo diverso. In pratica viene vista come una dichiarazione politica e non un'alternativa alla dipendenza energetica russa.

"L'anno scorso, c'era una certa paura nel mostrare quali potrebbero essere le opzioni dell'Europa", afferma Mandru. “Personalmente, dubito che accadrà. Probabilmente volevano solo inviare un messaggio: che in qualche modo ce la faremo.

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