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La complicata "terza via" di Macron fra Cina e Stati Uniti

Emmanuel Macron ha detto in un'intervista che l'Ue rischia di essere "intrappolata in crisi non sue"
Emmanuel Macron ha detto in un'intervista che l'Ue rischia di essere "intrappolata in crisi non sue" Diritti d'autore Thibault Camus/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Thibault Camus/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Di Gregoire LoryVincenzo Genovese
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Prosegue il dibattito a livello comunitario dopo le parole del presidente francese sulla situazione di Taiwan. I pareri degli esperti sulla cosiddetta "autonomia strategica" dell'Ue

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Non si placano le polemiche per le affermazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che a proposito della questione di Taiwan, ha detto in un'intervista al quotidiano Politico che l'Ue rischia di essere "intrappolata in crisi non sue", sostenendo la necessità di non allinearsi né alla Cina né agli Stati Uniti.

Per alcuni, si tratta di dichiarazioni pericolose, perché potrebbero incrinare l'unità europea e il fronte transatlantico, necessario nel più ampio contesto di un ampio confronto con Pechino. Altri sottolineano invece l'importanza del concetto di autonomia strategica dell'Unione, uno dei cavalli di battaglia dell'Eliseo.

"Il grande rischio per l'Ue è rimanere intrappolata in crisi non sue, che le impediscono di costruire la sua autonomia strategica"
Emmanuel Macron
Presidente della repubblica della Francia

La ricerca dell'autonomia

"Da diversi anni il presidente Macron ha ribadito più volte la sua opinione l'Europa dovrebbe sviluppare quella che chiama autonomia strategica. Tutto dipende da come si valuta questo concetto, che può essere letto in vari modi", spiega a Euronews Dan Baer, ​​del think tank Carnegie Endowment for International Peace.

"Io non lo considero affatto una minaccia all'unità transatlantica. Molti negli Stati Uniti sosterrebbero un'Europa più determinata a essere un attore strategico autonomo. E un'Europa pronta a fare di più, in particolare alla luce delle attuali minacce, sia regionali che globali, sarebbe una cosa positiva".

Da un lato le istituzioni comunitarie cercano di proporre sulla scena globale una visione comune, ad esempio con le parole della presidente della Commissione Ursula von der Leyen sulla necessità di preservare lo status quo dell'isola di Taiwan, attualmente non riconosciuta ufficialmente come uno Stato autonomo, ma di fatto indipendente dalla Cina.

Una via difficile da percorrere

Dall'altro, l'idea di una terza via europea sembra molto difficile da realizzare, perché la sicurezza dell'Unione dipende oggi dagli Stati Uniti.

Anche le esercitazioni militari su larga scala condotte dalla Cina intorno a Taiwan, subito dopo la visita di Macron e von der Leyen, non sembrano deporre a favore del peso politico dell'Unione fra le grandi potenze del mondo.

Secondo Mario Esteban, analista Real Instituto Elcano, l'Ue dovrebbe seguire gli Stati Uniti fintanto che ciò è funzionale ai suoi interessi. 

"I nostri valori e i nostri interessi non sono gli stessi degli Stati Uniti, ma sono più vicini a quelli degli Stati Uniti che alla Cina. Non credo dovremmo ciecamente seguire gli Stati Uniti, ma parlare di neutralità o equidistanza non è molto realistico, perché né i nostri valori né i nostri interessi sono equidistanti da Washington e Pechino.

Intanto il faticoso canale di dialogo tra Bruxelles e Pechino registra un altro imprevisto: il viaggio in Cina di Josep Borrell è stato annullato, perchè l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri è risultato positivo al Covid19.

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