Qatargate, Eva Kaili resta in carcere

Eva Kaili è stata destituita dalla vice-presidenza del Parlamento europeo
Eva Kaili è stata destituita dalla vice-presidenza del Parlamento europeo Diritti d'autore ΒΑΙΟΣ ΧΑΣΙΑΛΗΣ/ 2022 AECIAEEI-IAEAAIIEEI ÐNAEOINAEI AEACOAUI
Diritti d'autore ΒΑΙΟΣ ΧΑΣΙΑΛΗΣ/ 2022 AECIAEEI-IAEAAIIEEI ÐNAEOINAEI AEACOAUI
Di Vincenzo GenoveseEfi Koutsokosta
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L'ex vice-presidente ancora reclusa, nonostante le insistenze dei suoi avvocati per ottenere gli arresti domiciliari. Confermata anche la detenzione per Pier Antonio Panzeri e Marc Tarabella

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Eva Kaili resterà in carcere almeno altri due mesi, come ha stabilito la camera di consiglio del tribunale di Bruxelles. Rimarranno detenuti anche Pier Antonio Panzeri e Marc Tarabella, come riportano indiscrezioni di stampa.

L'eurodeputata, detenuta dal 9 dicembre scorso nell'ambito dell'inchiesta belga sul Qatargate, è coinvolta nell'indagine ribattezzata "Qatargate", insieme a diverse figure legate all'Eurocamera, tra cui altri due eurodeputati e il suo compagno, l'assistente parlamentare Francesco Giorgi. I suoi avvocati chiedevano di commutare la detenzione in sorveglianza con braccialetto elettronico e non si spiegano la decisione.

"Se una persona diventa un simbolo e la detenzione è basata sull'atto simbolico di mantenere qualcuno in carcere perché è famosa e perché è vice-presidente del Parlamento... questo non ha alcun senso", ha detto ai giornalisti Sven Mary, uno dei legali della donna.

Il suo avvocato greco, Mihailis Dimitrakopoulos, ha criticato le dichiarazioni rese ai magistrati da Pier Antonio Panzeri, l'ex eurodeputato considerato centrale nella rete di corruzione che agiva per favorire gli interessi di Qatar e Marocco, e che ha sottoscritto un accordo di collaborazione con le autorità belghe.

"L'unica cosa che Panzeri ha detto è che aveva sentito dire che nel 2019 il Qatar aveva aiutato Kaili per la sua campagna elettorale. Questa è una bugia, l'aveva solo sentita in giro, non ha prove per giustificarla. Panzeri è attualmente inaffidabile, pronto ad accusare chiunque pur di salvare se stesso e la sua famiglia dalla prigione".

La lettera di protesta

Intanto dieci eurodeputati italiani del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D, lo stesso di Kaili) hanno inviato una lettera alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, per denunciare le condizioni di detenzione di Kaili.

Basandosi sulle denunce rese dall'avvocato di Kaili, Mihailis Dimitrakopoulos, i parlamentari sottolineano come la giustizia belga abbia separato Kaili dalla figlia di due anni, permettendole di vederla solo due volte dall'inizio dicembre

Ma anche come all'ex vice-presidente siano stati negati in alcuni casi bisogni fisici basilari: una seconda coperta per proteggersi dal freddo e la possibilità di lavarsi mentre era alle prese con il ciclo mestruale.

"Quello che sta accadendo a Eva Kaili appare gravissimo, almeno ascoltando le dichiarazioni dell'avvocato" , denunciano i dieci deputati: Massimiliano Smeriglio, primo firmatario della lettera, il capo-delegazione del Pd Brando Benifei e i colleghi Beatrice Covassi, Paolo De Castro, Elisabetta Gualmini, Camilla Laureti, Alessandra Moretti, Daniela Rondinelli, Franco Roberti e Achille Variati.

"Questa protesta non riguarda l'indagine giudiziaria, che ha tutto il nostro supporto. Riguarda le condizioni di detenzione che, se confermate, sono incompatibili con lo Stato di Diritto dell'Unione Europea", dice a Euronews l'eurodeputato Smeriglio.

Il gruppo di europarlamentari italiani chiede dunque alla presidente del Parlamento europeo "una verifica delle condizioni di detenzione" e "di agire tempestivamente per garantire trasparenza e pulizia e, contestualmente, vigilare sulle condizioni di detenzione di Eva Kaili". Condizioni, si legge nella lettera, che non devono mai apparire ricattatorie e punitive". 

"La gestione di questa crisi è un passaggio di civiltà decisivo, perché la giustizia e la ricerca della verità giudiziaria siano fondate sulla presunzione di innocenza e lo stato di diritto", scrivono i dieci firmatari, gli unici a sottoscrivere la missiva su una delegazione italiana di 17 persone e un gruppo politico di 144.

Tarabella contro il giudice istruttore

Nella stessa giornata si è tenuta pure la prima udienza di un altro eurodeputato indagato, il socialista belga Marc Tarabella, arrestato dopo la revoca della sua immunità.

La sua detenzione è stata confermata, mentre il suo avvocato, Max Toler, ha chiesto la sostituzione del giudice istruttore dell'inchiesta Michel Claise, sostenendo che il mandato d'arresto emesso nei confronti di Tarabella ne violava la presunzione di innocenza.

"A nostro avviso, il fascicolo non rivela la minima traccia di denaro sospetto ricevuto dal signor Tarabella", afferma il legale. "Abbiamo depositato oggi l'analisi effettuata da un esperto legale: non c'è traccia dell'apparizione improvvisa di 120mila o 140mila euro sul conto del signor Tarabella, né tramite bonifici né tramite versamenti".

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