Febbraio batte i record di temperatura. Ecco perché questo inverno è stato così caldo

Vista del bacino di Sau a nord di Barcellona, Spagna.
Vista del bacino di Sau a nord di Barcellona, Spagna. Diritti d'autore AP Photo/Emilio Morenatti
Diritti d'autore AP Photo/Emilio Morenatti
Di Rosie Frost
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

I mesi di dicembre, gennaio e febbraio sono stati superiori di 0,78°C alla media globale. Ma gli ultimi tre mesi sono solo un sintomo di un problema molto più ampio.

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Il mese di febbraio è stato il più caldo della storia, secondo i nuovi dati del Copernicus Climate Change Service (C3S) dell'UE. **Si tratta del nono mese consecutivo in cui le temperature hanno superato i record.**Il mese di febbraio ha superato di circa 0,81°C la media del periodo 1991-2020 ed è stato più caldo di un decimo di grado rispetto al precedente record stabilito nel 2016.

Il nono mese consecutivo di record è già di per sé sconcertante, ma in prospettiva evidenzia soprattutto la tendenza al continuo riscaldamento globale.

"A luglio [2023], quando si parlava di temperature mensili, la notizia era che eravamo a circa 1,5°C per un mese [al di sopra delle medie pre-industriali]. Il mese di febbraio è stato circa 1,77C sopra le medie preindustriali", afferma Carlo Buontempo, direttore del C3S. "È davvero tanto".

In Europa, le temperature registrate in questi tre mesi hanno reso questo inverno il secondo più caldo mai registrato dopo la stagione 2019/2020, con 1,44°C sopra la media. Per alcuni Paesi d'Europa, invece, questo è stato l'inverno più caldo di sempre.

L'Osservatorio nazionale di Atene, ad esempio, ha dichiarato che questo inverno è stato il più caldo mai registrato in Grecia. La Polonia ha registrato temperature tra i 3,5 e i 7,5°C più calde della media per il mese di febbraio e l'Ungheria ha registrato una media nazionale di 7°C in più rispetto al solito.

Perché questo inverno è stato così caldo?

A livello globale, dicembre, gennaio e febbraio sono stati superiori di 0,78°C alla media. Ma gli ultimi tre mesi non sono altro che un simbolo di un problema più ampio. 

"È stato un inverno molto caldo, un autunno molto caldo, un'estate molto calda ed è stato l'anno più caldo mai registrato nel 2023", spiega Buontempo. "Il quadro generale è molto, molto chiaro. Le temperature stanno salendo ovunque e questo ha implicazioni per molte delle nostre attività, per gli ecosistemi, per la pesca, per l'oceano e così via".

Il quadro generale è molto, molto chiaro. Le temperature stanno salendo ovunque e questo ha implicazioni per molte delle nostre attività, per gli ecosistemi, per la pesca, per l'oceano e così via.
Carlo Buontempo
Direttore del C3S

Ci sono altri fattori che potrebbero aver spinto il mondo verso un picco, stabilendo un record dopo l'altro negli ultimi nove mesi.

El Nino, ad esempio, ha fatto parlare di sé per le temperature elevate, il clima estremo, la siccità e i fallimenti dei raccolti in tutto il mondo. Tuttavia, se si confronta questo El Nino con quelli precedenti, non è stato così estremo come quelli visti alla fine degli anni Novanta. 

"Eppure abbiamo registrato temperature molto più calde", afferma Buontempo. "Questo perché, mentre El Nino può alzare e abbassare, a seconda della fase in cui ci si trova, la temperatura media globale, c'è un fattore che continua ad aumentare. Si tratta dei gas serra", sintetizza Buontempo.

Inverno e clima impazzito

L'inverno è stato molto più piovoso della media in un'ampia fascia che va dalla penisola iberica alla Russia occidentale, e che comprende il Regno Unito, l'Irlanda e la Scandinavia meridionale. Il vento e le forti piogge hanno causato danni e distruzioni diffuse. Nel Regno Unito, all'inizio di febbraio si erano abbattute ben 10 tempeste.

Le onde si infrangono nel porto di Newhaven, nel sud dell'Inghilterra, giovedì 2 novembre 2023.
Le onde si infrangono nel porto di Newhaven, nel sud dell'Inghilterra, giovedì 2 novembre 2023.AP Photo/Kin Cheung

Al contrario, i Paesi del Mediterraneo, alcune parti dei Balcani, gran parte della Turchia, le regioni dell'Islanda e della Scandinavia settentrionale e gran parte della Russia occidentale hanno vissuto un inverno più secco della media.

Nel Mediterraneo, in particolare, questa siccità ha avuto impatti catastrofici che hanno portato a carenze idriche, razionamenti, restrizioni e stati di emergenza per milioni di persone.

Secondo Carlo Buontempo, "le aree secche diventeranno più secche e le aree umide diventeranno più umide". È una frase ad effetto che semplifica e spiega chiaramente  l'impatto dell'aumento delle temperature su tutta una serie di altre variabili.

Anche se ci sono state alcune sorprese, come transizioni più rapide o più forti di quanto previsto dagli esperti, "in generale, quello che stiamo vedendo ora è ben allineato con quello che ci aspettavamo di vedere 20 anni fa", riassume Buontempo.

Cosa sappiamo dei prossimi sei mesi, dei prossimi cinque o dieci anni? È semplice, dice Buontempo: sappiamo che la temperatura media aumenterà. "Penso che sia sensato prenderne atto e utilizzarlo come uno degli input per il processo decisionale e politico strategico", conclude l'esperto.

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