"Champion": al Met l'opera sulla vita (e i rimorsi) del pugile Emile Griffith

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Di Katharina Rabillon
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Considerato uno dei più grandi pugili della storia, Griffith - che rivelò di essere bisessuale nel 2005 - ha convissuto per gran parte della vita con il rimorso di avere causato la morte di un avversario, Benny Paret, che gli aveva rivolto degli insulti omofobi prima del match

La messa in scena di un'opera moderna richiede un lavoro enorme. Le persone coinvolte nella produzione sono centinaia. Come vengono create la musica e la storia di un'opera contemporanea? Siamo andati dietro le quinte del Metropolitan di New York per scoprire i segreti dietro la messa in scena di "Champion", una delle opere più attese dell'anno.

Il protagonista è Emile Griffith, uno di più grandi pugili della storia, arrivato a New York dalle Isole Vergini Americane negli anni '50. Griffith era bisessuale, ma fece coming out solo nel 2005. Nel 1962, all'apice della carriera, cercò di riconquistare la corona che aveva sottratto al collega Benny "Kid" Paret e che poi aveva perso. Paret era al corrente del segreto di Griffith e prima dell'incontro gli sussurrò insulti omofobi.

Sul ring del Madison Square Garden si consumò una delle prime tragedie del pugilato in diretta televisiva: Paret finì ko sotto i colpi di Griffith e il giorno dopo entrò in coma. Morirà dieci giorni dopo. Griffith fu perseguitato dal senso di colpa per il resto della sua vita. "Champion" ed è questa tragica storia che ha ispirato la musica di Terence Blanchard, trombettista jazz e compositore, considerato una delle grandi voci della musica americana contemporanea.

"Il fulcro della storia, per me, riguarda due cose. Si tratta di redenzione e di perdono, e la parte del perdono consiste nel perdonare se stessi - dice Blanchard -. In quest'opera sentirete molte cose diverse. La definiamo un'opera jazz, perché uso molti elementi del jazz, ma ci sono anche calypso e samba. Abbiamo anche dei ritmi di strada, se vogliamo chiamarli così. Se voglio essere un compositore contemporaneo allora tutto può far parte del dna di una composizione: ci sono elementi dalle culture di tutto il mondo".

Creare il set per un capolavoro moderno

L'opera mostra il campione dei pesi welter e medi in diverse fasi della sua vita, attraverso dei flashback: una sfida complessa per il team creativo. "Oggi l'opera, e i compositori che vogliono fare opera, sono più influenzati dal cinema che dal teatro - dice lo scenografo James Robinson -. Quindi è molto raro fare una nuova opera che non abbia almeno 20 scenografie".

Nella fase preparatoria vengono create riproduzioni in scala ridotta dei vari set. Questo aiuta il progettista a prendere decisioni importanti sul palco e sulle luci. "Questo non è il tipo di opera in cui si tira giù il sipario e poi lo si alza per c'è la scena successiva - dice Robinson -. Dobbiamo elaborare tutte le transizioni con molta attenzione".

Il Met è dotato di un'enorme officina dove una squadra di artigiani si occupa di tutto, dalla carpenteria alla saldatura e alla pittura. Dare vita ai personaggi dal punto di vista visivo è invece compito del costumista. Al Met oltre cento artigiani lavorano a migliaia di costumi e parrucche ogni stagione. Il pluripremiato costumista Montana Levi Blanco ha iniziato il suo lavoro su "Champion" un anno prima dell'inizio delle prove. 

"Credo che in quest'opera vengano usati più di 400 costumi - dice Levi Blanco -. Una delle cose davvero speciali dell'essere al Met è che hanno rapporti con venditori di gioielli antichi. Così siamo in grado di usare materiale vintage per cose in cui normalmente non si potrebbe usare il vintage".

Il basso-baritono Ryan Speedo Green, interprete del pugile, ha perso 40 chili per la sua parte. Con "Champion" il Met punta ad ampliare il suo repertorio e a raggiungere un nuovo pubblico. "Quando si fa un'opera moderna c'è tanto da fare, soprattutto se ci si muove in territori inesplorati - dice Green -. Ci sono grandi numeri di danza in quest'opera, più che in qualsiasi altra opera del Met da molto tempo a questa parte".

"Tutta la mia carriera è stata incentrata sulla rottura dei preconcetti - aggiunge Green -. Vengo da un parcheggio per roulotte in Virginia e il fatto di cantare in uno dei più grandi teatri d'opera del mondo è importante. Con 'Champion' ho l'opportunità di rompere i preconcetti dei fan dell'opera su quello che l'opera può essere".

Nel prossimo episodio di Musica seguiremo da vicino le prove fino alla serata della prima.

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