Cibo per una missione su Marte: un'azienda finlandese nutrirà gli astronauti con lo "Space Shake"

Il Solein dell'azienda finlandese Solar Foods, qui in polvere, potrebbe essere utilizzato per nutrire gli astronauti durante i lunghi viaggi nello spazio.
Il Solein dell'azienda finlandese Solar Foods, qui in polvere, potrebbe essere utilizzato per nutrire gli astronauti durante i lunghi viaggi nello spazio. Diritti d'autore Courtesy: Solar Foods
Diritti d'autore Courtesy: Solar Foods
Di Anca UleaEdizione italiana: Cristiano Tassinari
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

L'azienda finlandese di tecnologia alimentare "Solar Foods" produce proteine microbiche utilizzando solo idrogeno, CO2 ed elettricità. Potrebbe aiutare gli astronauti a raggiungere Marte. Ed esistono già i gelati al gusto Solein...

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Inviare esseri umani su Marte è una sfida monumentale, con innumerevoli variabili da tenere in considerazione per garantire la salute e la sicurezza dell'equipaggio.

Ma uno degli "ingredienti" più importanti per il successo di una missione nello spazio profondo è spesso, ingiustamente, dato per scontato: il cibo.

"Se solo si guarda alla storia delle esplorazioni o dei lunghi viaggi in mare, è il cibo che può determinare il successo di queste imprese", afferma Ralph Fritsche, responsabile della produzione di colture spaziali della NASA.
"La qualità del sistema alimentare è la prima linea di difesa per la salute e le prestazioni dell'equipaggio", aggiunge.

Ma non è sufficiente rifornire gli astronauti di calorie che li mantengano in vita: mantenere il morale durante un lungo viaggio è fondamentale e un buon cibo aiuta a mantenere gli astronauti felici e in buona salute.

"Una delle cose che abbiamo imparato lungo il percorso è che se agli astronauti non piace il cibo, non lo mangeranno", ha detto Fritsche a Euronews Cultura.
"E se non lo mangiano, perdono peso. Quindi la varietà di sapori, la consistenza, la qualità, la bonta: tutto è fondamentale".

Affrontare la sfida della produzione alimentare nello spazio

Risolvere il problema del cibo è una delle principali priorità della NASA, che mira a lanciare gli astronauti su Marte entro la fine del 2030 o l'inizio del 2040, in un viaggio che potrebbe richiedere due o tre anni per essere completato.

È uno dei motivi per cui la NASA e l'Agenzia spaziale canadese (CSA) hanno lanciato la Deep Space Food Challenge (DSFC), invitando il pubblico a presentare soluzioni alimentari per missioni con equipaggio a lungo raggio che richiedano risorse minime, producano rifiuti minimi e forniscano cibo sicuro, nutriente e gustoso.

Solar Foods, un'azienda finlandese di tecnologie alimentari, è uno dei due vincitori europei della Fase 2 della DSFC. La loro soluzione si chiama "Solein", una fonte proteica sostenibile che, secondo l'azienda, viene prodotta "dal nulla".

"Solein" viene prodotto utilizzando solo elettricità, anidride carbonica e idrogeno, tutti elementi facilmente disponibili su una navicella spaziale (gli astronauti devono respirare, dopotutto).

Questi elementi, insieme ad alcuni minerali, vengono inseriti in un bioreattore e alimentati da un microbo che cresce e si moltiplica, producendo una forma di proteina che può essere essiccata in polvere e utilizzata come ingrediente in una grande varietà di ricette.

Il processo può essere paragonato alla fermentazione del lievito (si pensi, ad esempio, alla pasta madre), ma al posto del lievito questo processo utilizza organismi unicellulari che si trovano in natura sulla Terra. E, invece di alimentarli con lo zucchero, li alimenta con minuscole bolle di gas.

Courtesy: Solar Foods
Solein in polvere (a destra) e creata in un bioreattore (a sinistra).Courtesy: Solar Foods

"Sulla Terra produciamo il Solein come ingrediente alimentare per sostituire, ad esempio, l'uovo o il latte, perché di per sé non ha un sapore particolarmente forte e quindi si mescola a molti alimenti", spiega Arttu Luukanen, vicepresidente senior del settore Spazio e Difesa di Solar Foods, che ha guidato il team che ha partecipato alla "Deep Space Food Challenge".

"Sarebbe possibile un approccio simile nello spazio", ha dichiarato a Euronews Culture. "Possiamo effettivamente utilizzare varie tecniche per trasformare il Solein in una sorta di prodotto che assomigli alla carne, aggiungere alcuni aromi, forse alcuni oli che potrebbero essere prodotti a bordo dalle piante coltivate o conservate".

Un altro vantaggio di produrre il "Solein" nello spazio è il fatto che uno dei sottoprodotti della sua produzione è l'acqua.

"Il bioreattore, in realtà, non produce solo cibo, ma anche acqua che esce dal tubo", spiega Luukanen. "E noi sosteniamo che potremmo risparmiare 1.200 chili di acqua, oltre a produrre cibo a bordo".

Non esiste un'unica soluzione per nutrire gli astronauti in una lunga missione spaziale

Sebbene la "Deep Space Food Challenge" sia stata presentata come una competizione, è quasi impossibile trovare una soluzione a tutti i problemi legati all'alimentazione nei viaggi spaziali di lunga durata.

"Non ci sarà un'unica soluzione", ha confermato Luukanen.
"Si tratterà di un insieme di soluzioni, perché in definitiva quello che si vorrebbe fare è sviluppare qualche decina di ricette abbastanza diverse tra loro da garantire la varietà del cibo nel corso dei due anni, in modo che l'equipaggio non impazzisca e riceva tutto ciò di cui ha bisogno per rimanere in vita e in buona salute".

Courtesy: Solar Foods
Un esempio di come Solein può essere abbinato a prodotti freschi per creare un pasto nutriente ed equilibrato.Courtesy: Solar Foods

Luukanen ha spiegato che un modo semplice di pensare a come il Solein potrebbe adattarsi agli altri alimenti nello spazio è che "loro fanno l'insalata, noi forniamo il condimento".
Mentre le proteine sono una parte importante di una dieta equilibrata, gli astronauti hanno bisogno anche di carboidrati, frutta e verdura.

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Ralph Fritsche, responsabile della produzione di colture spaziali della NASA, uno dei giudici della Fase 2 della "Deep Space Food Challenge", ha detto che l'aspetto più sorprendente della sfida è stato osservare questo tipo di collaborazione e di scambio e vedere come le diverse squadre in gara hanno sfruttato le conoscenze reciproche per migliorare i loro prodotti.

"Anche se molte squadre non hanno vinto, avevano comunque un aspetto, un componente o un processo che un'altra squadra vincitrice poteva sfruttare", ha detto Fritsche. "Penso che all'inizio mi aspettavo che si sarebbe trattato di sfida uno contro l'altro. Ma il risultato è che più squadre si sommano per creare una soluzione migliore".

Fritsche ha anche spiegato che, a breve termine, è più probabile che in una missione su Marte vengano integrati alimenti che non hanno bisogno di essere cotti o lavorati, come prodotti freschi o funghi. Ma più avanti la NASA sta valutando anche la possibilità di creare fonti di proteine a bordo.

Lezioni dallo spazio che possono essere applicate alla Terra

Fritsche è stato uno dei giudici che si sono recati a Helsinki per esaminare la proposta di Solar Foods e assaggiare un "frullato spaziale" (Space Shake) a base di polvere di Solein e frutta. Ha detto che ciò che lo ha colpito dell'azienda è stato il suo impegno a costruire un'attività "terrestre" solida e scalabile.

Courtesy: Solar Foods
Volete un po' di "Space Shake"?Courtesy: Solar Foods

"Quello che ho apprezzato di ciò che stanno facendo è il fatto che hanno un modello di business terrestre davvero valido", ha raccontato Ralph Fritsche.
"Si tratta di un aspetto davvero positivo per noi, la NASA, che cerchiamo di esplorare questa nuova arena tecnologica e di vedere come possiamo prendere alcune di queste idee e incorporarle come soluzioni per il cibo del volo spaziale".

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Arttu Luukanen, vicepresidente senior del settore Spazio e Difesa di Solar Foods, ha detto che, nonostante l'idea di applicazioni nello spazio, l'obiettivo dell'azienda finlandese è ancora quello di produrre il Solein da consumare...sulla Terra.
Ma ci sono lezioni preziose da imparare da una sfida come quella del DSFC.

Economia circolare per lo spazio e per il Pianeta Terra

"Lo spazio è il banco di prova definitivo per l'economia circolare", commenta Luukanen, "e penso che vivere con la stessa filosofia sul pianeta potrebbe non essere un'idea così stupida. In questo modo potremmo riciclare più cose che sprechiamo e produrre prodotti a valore aggiunto, sia che si tratti di cibo che di materiali ricavati da questi rifiuti".

Poiché la Terra diventa sempre più calda, le fonti di proteine - come il Solein - che utilizzano meno risorse e producono meno emissioni rispetto alle proteine animali stanno diventando sempre più mainstream.

Gelato al cioccolato (Solein)

L'anno scorso, Solar Foods ha ottenuto l'autorizzazione a vendere il Solein a Singapore.
Un ristorante italiano di Singapore ha iniziato a vendere il primo gelato al cioccolato Solein al mondo, sostituendo le uova e il latte con il Solein, per ottenere un prodotto interamente vegano.

Courtesy: Solar Foods
Se volete un Solein Chocolate Gelato dovete andare a Singapore...Courtesy: Solar Foods

Gli europei dovranno aspettare ancora un po', ma diciamo pure che non c'è fretta...
La Solar Foods spera di ricevere l'approvazione per la vendita di Solein nell'Unione europea entro il 2024.

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