I mercati globali rispondono positivamente ai segnali distensivi tra Stati Uniti e Cina: borse in rialzo, calano oro e valute rifugio. Attesa per i dettagli dei negoziati
Lunedì i mercati globali hanno registrato un’accelerazione del sentimento di rischio dopo che Stati Uniti e Cina hanno negoziato una tregua commerciale nei colloqui che si sono svolti nel fine settimana in Svizzera. La notizia ha innescato acquisti su azioni e vendite di asset rifugio, sebbene gli investitori restino in attesa di chiarimenti concreti sugli sviluppi delle trattative.
Il vicepremier cinese, He Lifeng, ha definito l’incontro con i funzionari statunitensi “un primo passo importante” verso una risoluzione delle divergenze. Le due parti hanno concordato di istituire un meccanismo di dialogo permanente, ma non sono emersi dettagli sui temi concordati né sulla tempistica dei prossimi incontri. Il segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, ha promesso una dichiarazione congiunta nelle prossime ore.
Rally azionario e flessione dei beni rifugio
La reazione dei mercati è stata immediata. Alle 5.30, i futures statunitensi segnavano forti rialzi: +1,12 per cento per il Dow Jones, +1,46 per cento per l’S&P 500 e +1,93 per cento per il Nasdaq. Anche l’Europa ha aperto con il piede giusto: il DAX tedesco ha guadagnato lo 0,85 per cento toccando nuovi massimi, l’Euro Stoxx 600 lo 0,8 per cento, e il FTSE 100 britannico lo 0,36 per cento.
In Asia, l’Hang Seng di Hong Kong ha chiuso a +0,9 per cento, il Nikkei 225 giapponese a +0,1 per cento, l’australiano ASX 200 a +0,28 per cento e il Kospi sudcoreano a +0,7 per cento.
Al contrario, l’oro spot ha perso l’1,4 per cento a 3.279 dollari l’oncia, minimo dal 5 maggio, a causa della minore domanda di beni rifugio. In discesa anche valute storicamente difensive come yen, euro e franco svizzero, tutte ai minimi contro il dollaro dai primi di aprile.
Attese e incertezze
Nonostante il rimbalzo dei mercati, gli analisti invitano alla cautela. “Serve maggiore chiarezza perché il mercato creda davvero che il peggio sul fronte commerciale sia alle spalle”, ha scritto Michael Brown, senior strategist di Pepperstone Group. “Nel breve termine, potremmo assistere a una correzione dopo questo slancio di entusiasmo.”
Dalla fine di aprile, l’S&P 500 è risalito di quasi il 10 per cento grazie anche alle aperture della Casa Bianca su un possibile taglio dei dazi verso la Cina. Tuttavia, l’indice resta in calo del 3,8 per cento su base annua. Il dollaro, pur in rimbalzo, ha perso oltre il 7 per cento da inizio 2025.
Secondo Bloomberg, Washington starebbe valutando un taglio delle tariffe sui beni cinesi sotto il 60 per cento come mossa iniziale, cercando in parallelo la rimozione delle restrizioni cinesi sulle esportazioni di terre rare, fondamentali per l’industria hi-tech americana.
Un eventuale accordo su questi fronti potrebbe segnare una svolta per le catene di approvvigionamento globali, finora zavorrate da mesi di tensioni e ritorsioni incrociate.