La Commissione ha proposto una serie di norme che puntano ad incentivare gli investimenti nella raccolta e nello smistamento, oltre a risolvere il problema dell'esportazione di rifiuti tessili
Definire che cosa è spazzatura e che cosa non lo è, quando si tratta di prodotti tessili, è l'obiettivo delle nuove regole di gestione dei rifiuti proposte dalla Commissione europea. La speranza è che un insieme comune di regole porti a investimenti nella raccolta, nello smistamento e altro ancora, oltre a risolvere il problema dell'esportazione di rifiuti tessili erroneamente etichettati come abiti di seconda mano.
"Sono molto ottimista ed entusiasta di ciò che la Commissione e l'Unione europea stanno facendo, perché questo è uno dei mercati più deregolamentati nella storia del settore - dice Matteo Ward, cofondatore di Wrad, una società di consulenza che si occupa di sostenibilità -. Prendiamo tutta questa roba e la scarichiamo in altre parti del mondo. Questa direttiva chiede di vietare l'esportazione di grossi quantitativi di rifiuti tessili verso Paesi che non sono in grado di trattarli e di ricavare un vero valore sociale ed economico dagli indumenti di seconda mano, che sono la conseguenza delle nostre abitudini di consumo".
"Un altro aspetto su cui l'Ue si sta concentrando - dice Ward - è un maggiore investimento nelle tecnologie necessarie per il riciclaggio di indumenti fatti di più tessuti, ancora lontane da standard accettabili".