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Ferrari, partenza col turbo a Wall Street

Ferrari, partenza col turbo a Wall Street
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Di Giacomo Segantini
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Nel Gran Premio di Wall Street, Ferrari parte in pole position. Il marchio del cavallino, vista l’elevata domanda degli investitori durante il

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Nel Gran Premio di Wall Street, Ferrari parte in pole position. Il marchio del cavallino, vista l’elevata domanda degli investitori durante il “roadshow”, aveva già fissato un prezzo di partenza di 52 dollari, il massimo della forchetta. Ebbene, poco dopo il suono della tradizionale campanella da parte dei vertici di Fiat Chrysler Sergio Marchionne e John Elkann, il titolo (scambiato sotto il simbolo RACE, in inglese “corsa”) è schizzato a 60 dollari.

Ottimo inizio, visti i risultati di recenti sbarchi in Borsa: il 10% di Maranello messo in vendita vale ora più di 865 milioni di euro, il che valuta Ferrari complessivamente oltre 8,6 miliardi. La formula vincente? Essersi proposto non come marchio automobilistico. Bensì, con 7.255 supercar vendute l’anno scorso (la maggioranza in Europa e Medio Oriente) come marchio del lusso.

A cui le quote di mercato nemmeno interessano, dice il prospetto, a fronte di utili cresciuti del 10% nel primo semestre. Nuovi azionisti a parte, a festeggiare saranno ora i proprietari storici: Piero Ferrari, figlio del fondatore Enzo, che ha una quota del 10%. E naturalmente i soci di FCA, a cui, dopo lo scorporo di Ferrari, sarà assegnato il restante 80%.

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