Alla fine anche dalle parti del Cremlino si sono dovuti arrendere all’evidenza: la frenata economica della Russia sarà persino peggiore di quanto
Alla fine anche dalle parti del Cremlino si sono dovuti arrendere all’evidenza: la frenata economica della Russia sarà persino peggiore di quanto ipotizzato in precedenza.
A spingere il ministero dell’Economia ad abbassare le previsioni per quest’anno al -3,3% è stato il petrolio, cioè la principale fonte di entrate di Mosca, che negli ultimi giorni ha registrato un nuovo crollo del prezzo al barile a causa dei timori per l’economia cinese.
Il risultato, è stato un nuovo tonfo della moneta russa, che lunedì ha toccato i minimi da inizio anno: oltre 70 rubli per un dollaro americano e 82 per un euro.
Da Mosca assicurano che, dal baratro del -4,6% annuale visto nel secondo trimestre l’economia non potrà che tornare a crescere.
Ma il tasso di inflazione, già alto a causa della guerra di sanzioni con l’Occidente, potrebbe ora superare 15,6% di luglio. Il che complicherebbe non poco la vita della banca centrale, da tempo impegnata in un progressivo abbassamento dei tassi d’interesse.