Ue, sondaggio Ipsos per Euronews: avanti i partiti di estrema destra e ultraconservatori

Sondaggio Ipsos per Euronews
Sondaggio Ipsos per Euronews Diritti d'autore Jean-Francois Badias/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Sondaggio esclusivo condotto da Ipsos per Euronews in 18 Paesi Ue in vista delle elezioni europee in programma dal 6 al 9 giugno 2024 per eleggere 720 eurodeputati

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Partiti di estrema destra e ultraconservatori in avanti in tutta l’Ue senza però ottenere abbastanza seggi per formare una propria coalizione di maggioranza. È quanto suggeriscono i dati emersi da un primo sondaggio Ipsos commissionato da Euronews e condotto in 18 Paesi dell'Unione

Lo studio ha coinvolto quasi 26mila persone nei Paesi che rappresentano il 96 per cento della popolazione dell'Ue: è il primo di questo tipo in vista delle prossime elezioni europee in programma dal 6 al 9 giugno 2024.

La coalizione con più seggi al Parlamento europeo approva il presidente della Commissione europea, può porre il veto alla nomina dei commissari europei e vota per il presidente del Parlamento europeo stesso.

Secondo il sondaggio Ipsosi partiti centristi continueranno ad avere la maggioranza necessaria per confermare i propri parlamentari e approvare le leggi.

Tuttavia, i partiti di estrema destra e gli euroscettici potrebbero avanzare in modo significativo; si sono infatti posizionati in testa ai sondaggi in quattro dei sei Paesi membri fondatori dell'Unione europea.

Con quasi 400 milioni degli aventi diritto al voto, le elezioni che si terranno dal 6 al 9 giugno 2024 per eleggere 720 eurodeputati, sono considerate un importante esercizio di democrazia per tutto il mondo. 

Nonostante gli ultimi cinque anni in cui l'Europa ha affrontato la pandemia, l'inflazione e una guerra su larga scala nel Continente, Ipsos prevede che le sorti dei due partiti politici dominanti non cambieranno di molto.

La grande coalizione europea

Secondo il sondaggio la maggioranza parlamentare più valida, con 398 seggi su 720, è attualmente la grande coalizione pro-Ue composta dalla somma politica e aritmetica del Partito popolare europeo (Ppe) di centrodestra, da quello dei socialisti, dei democratici e dei liberal-democratici di Renew Europe, la stessa maggioranza della legislatura uscente; il Ppe detiene la maggioranza relativa con 177 seggi. 

Il numero di europarlamentari di centro-destra e quello dei socialisti di sinistra sarebbe destinato a cambiare solo di pochi punti percentuale rispetto alla situazione attuale.

Secondo i dati dell'analisi al terzo posto si posizionerebbe indebolito Renew Europe, la coalizione liberale del presidente francese Emmanuel Macron, mentre l'ascesa della destra radicale di Identità e democrazia e del Gruppo dei conservatori e riformisti europei farebbe sprofondare il partito dei Verdi al sesto posto.

Uno dei primi compiti fondamentali del prossimo Parlamento europeo sarà quello di approvare il presidente della Commissione europea. Per questo i risultati del sondaggio rappresentano una buona notizia per l'attuale presidente Ursula von der Leyen e il Ppe che sembra destinato a vincere ottenendo 177 dei 720 eurodeputati.

I risultati suggeriscono dunque che von der Leyen potrebbe ottenere la maggioranza di cui ha bisogno con il sostegno di altri due grandi partiti pro-europei, tra cui i socialisti e i verdi o i liberali.

Ma questi numeri "non raccontano tutta la storia", ha dichiarato in un'intervista a Euronews Fabian Zuleeg dell'European Policy Centre, perché i partiti e i Paesi non sempre rimangono fedeli quando esprimono il proprio voto su singole questioni politiche.

"Se il centro si indebolisce, diventerà molto più difficile costruire maggioranze in Parlamento, soprattutto su questioni controverse", ha dichiarato Zuleeg, direttore del think tank con sede a Bruxelles. Ciò potrebbe portare la Commissione europea a dipendere maggiormente da strumenti non legislativi, come i programmi di spesa o la definizione di standard. 

I partiti di estrema destra nell'Ue

Con 30 seggi in più previsti tra Identità e democrazia e il Gruppo dei conservatori e riformisti europei, l'estrema destra non avrebbe però un'impennata di seggi ma solo un aumento. 

Il Rassemblement National, il partito francese guidato da Marine Le Pen, dovrebbe guadagnare dieci seggi in più, diventando il maggiore partito del Parlamento europeo insieme alla CDU/CSU tedesca.

Il Partito per la Libertà olandese di Geert Wilders, vincitore delle elezioni nazionali dello scorso novembre, conquisterebbe nove seggi.

In Italia, il partito Fratelli d'Italia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrebbe assicurarsi 24 dei 76 seggi italiani, mentre in Belgio due partiti di destra, Vlaams Belang e Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA), ne conquisterebbero tre a testa. In Germania il partito Alternative für Deutschland (AfD) dovrebbe ottenere 15 eurodeputati, collocandosi al terzo posto a livello nazionale.

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Secondo Cas Mudde, docente all'Università della Georgia negli Stati Uniti, questi successi potrebbero avere conseguenze sulla politica europea, in particolare per una linea più dura sull'immigrazione e sulle leggi verdi. Ma l'estrema destra non è sempre concorde su questioni quali il sostegno all'Ucraina, e "un ritiro in stile Brexit non è all'ordine del giorno", ha dichiarato Mudde a Euronews. 

"In generale, ci sarà meno sostegno per l'approfondimento della questione dell'integrazione europea - ha aggiunto a Euronews Mudde -, la maggior parte dei partiti di estrema destra oggi vuole trasformarsi piuttosto che lasciare l'Unione".

Meno consensi per i Verdi

Un altro potenziale cambiamento potrebbe riguardare la politica ambientale dell'Unione europea, in quanto il blocco punta a ridurre le emissioni del 55 per cento entro il 2030.

Secondo il sondaggio i Verdi perderanno 17 eurodeputati, soprattutto in Francia e Germania, mentre la posizione del Ppe si è recentemente irrigidita contro le politiche ambientali dell'Ue.

Ma questo non implica necessariamente un'inversione di rotta sul clima: l'Unione europea ha infatti già fissato i suoi obiettivi strategici generali come ha dichiarato in un'intervista a Euronews Jos Delbeke, professore presso la Florence School of Transnational Governance

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"Sono già stati concordati importanti atti legislativi" e il prossimo mandato si concentrerà maggiormente sulla loro attuazione, ha detto Delbeke, già direttore del dipartimento per i cambiamenti climatici della Commissione europea. Secondo Delbeke smantellare l'accordo verde "sarà molto difficile", nonostante le crescenti proteste degli agricoltori e il molto lavoro ancora da fare per affrontare l'inquinamento e proteggere l'ambiente.

Le incognite del voto

Nel campione di Ipsos sono state 25.916 le persone di 18 Paesi, intervistate tra il 23 febbraio e il 5 marzo. I risultati sono stati poi ricalibrati per garantire la rappresentatività e completati con una ricerca documentale per i restanti nove membri più piccoli dell'Unione.

A tre mesi dal voto il sondaggio Ipsos rimane al momento solo una proiezione: dopo le elezioni potrebbero infatti verificarsi cambiamenti di orientamento o formarsi nuove coalizioni.

Un aspetto fondamentale da tenere d'occhio sarà il ruolo degli eurodeputati "non iscritti", ossia non appartenenti a gruppi politici definiti, che secondo il sondaggio potrebbero costituire quasi il 10 per cento dei deputati.

Nel gruppo eterogeneo di politici di sinistra e dei centristi, ci sono anche alcuni esponenti del partito ungherese di destra Fidesz, non più con il Ppe dal 2021. Con la presenza di questi deputati, potrebbe venirsi a formare nel Parlamento una maggioranza di destra, anche se con un margine ridotto.

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In questo contesto la posizione del Movimento Cinque Stelle in Italia, non affiliato ad alcuna coalizione, potrebbe rivelarsi fondamentale: se riuscisse ad aderire al partito dei Verdi, come ha tentato di fare in passato, i 16 deputati previsti potrebbero cambiare in modo significativo l'aritmetica elettorale.

L'aggiornamento sui sondaggi per le elezioni europee direttamente sul sito del Centro Sondaggi di Euronews.

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