Almeno novanta persone sarebbero morte dopo un attacco di Israele su Rafah. La situazione umanitaria si fa sempre più difficile nella Striscia e lo stop agli aiuti all'Unrwa potrebbe portare a una catastrofe, avvertono le Nazioni Unite
Nella notte tra sabato e domenica sono continuati i bombardamenti su Rafah, oltre novanta persone, tra cui due bambine, sarebbero morte dopo un attacco sulla zona est della città nel sud della Striscia. L'Agenzia dell'Onu per il soccorso dei palestinesi (Unrwa), finita al centro di una controversia perché alcuni suoi operatori sono stati accusati di aver partecipato all'attacco del 7 ottobre in Israele, avverte dell'imminente catastrofe umanitaria senza precedenti a Gaza. "La gente sta morendo sotto gli occhi del mondo", si legge in un posto pubblicato sui social dall'agenzia.
Preoccupazione per lo stop agli aiuti all'Unrwa
Venerdì, 2 febbraio, gli esperti delle Nazioni Unite avevano nuovamente esortato i Paesi a revocare le loro decisioni di interrompere gli aiuti all'Unrwa in seguito allo scandalo del sostegno a Hamas. Il capo della diplomazia dell'Unione europea Josep Borrell, ha rassicurato che né la Commissione europea né i principali Stati membri, come Francia e Germania, hanno interrotto i finanziamenti. Stati Uniti, Canada, Australia e anche Italia sono alcuni dei Paesi che hanno sospeso gli aiuti.
A Tel Aviv nuove proteste dei familiari degli ostaggi
I parenti degli ostaggi israeliani temono che la crisi nella Striscia aggravi la situazione degli ostaggi ancora detenuti. A Tel-Aviv continuano le manifestazioni antigovernative, con la richiesta di trovare una via per il cessate il fuoco e quindi il rilascio dei prigionieri. Sabato, la polizia ha utilizzato unità a cavallo per controllare tali azioni, per evitare che migliaia di partecipanti si riversassero nelle strade.
Si tratta per il cessate il fuoco nella Striscia
Resta accesa, intanto, la speranza per il cessate il fuoco, mediato da Egitto, Qatar e Stati Uniti. Secondo i media, Hamas starebbe discutendo l'accordo di Parigi con tutte le fazioni palestinesi. Il movimento considerato terrorista in molti Paesi ha dato la sua "approvazione preventiva" all'accordo, ma ha espresso insoddisfazione per alcuni dettagli chiave.