L'Idf consegna alle autorità di Gaza i corpi di 80 palestinesi uccisi trattenuti in Israele

Sepoltura delle persone uccise durante i combattimenti con Israele durante un funerale di massa a Rafah, nella Striscia di Gaza
Sepoltura delle persone uccise durante i combattimenti con Israele durante un funerale di massa a Rafah, nella Striscia di Gaza Diritti d'autore Fatima Shbair/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
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Martedì un camion ha attraversato il valico di Kerem Shalom per riconsegnare alle autorità palestinesi i corpi di circa 80 persone uccise dalle forze israeliane. Le vittime sono state sepolte in una fossa comune a Rafah

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Martedì Israele ha consegnato alle autorità palestinesi i corpi di decine di persone uccise dalle forze israeliane nelle ultime settimane. I funzionari sanitari della Striscia di Gaza hanno dichiarato che i corpi, trattenuti da Tel Aviv, sono stati trasportati con un camion attraverso il valico di Kerem Shalom e sono stati tutti sepolti in fosse comuni a Rafah, la città più a sud dell'enclave palestinese. 

Non sono state rese note le circostanze della morte di queste persone e se siano state uccise in Israele o durante i combattimenti con l'Idf nella Striscia di Gaza. Un dipendente del cimitero di Rafah ha detto che i corpi seppelliti sono circa 80

**Almeno undici persone, di cui quattro bambini,**sono state uccisein un bombardamento israeliano su un edificio residenziale nella città centrale di Deir al Balah. La Mezzaluna rossa palestinese su X ha parlato di 16 vittime. 

Nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 114 palestinesi e ne sono stati feriti 249. Secondo il ministero della Salute della Striscia di Gaza il bilancio dei palestinesi uccisi ha superato le 26.700 persone. Israele sostiene di aver ucciso circa novemila combattenti nemici, mentre ha perso 221 dei propri soldati nell'offensiva terrestre.  

L'esercito israeliano ha annunciato le ultime vittime martedì: si tratta di tre riservisti uccisi durante i combattimenti. L'Idf ha anche dichiarato che cinque soldati sono rimasti gravemente feriti. 

L'offensiva su Khan Younis

Le forze israeliane continuano a espandere la loro offensiva sulla metà meridionale della Striscia concentrandosi sulla città di Khan Younis, la seconda più grande di Gaza.

Martedì l'Idf ha pubblicato un filmato che mostrerebbe i combattimenti con i militanti palestinesi a Khan Younis, affermando che "le forze hanno eliminato agenti terroristici, hanno condotto incursioni mirate su infrastrutture terroristiche e hanno localizzato grandi quantità di armi".

Tel Aviv nega che le sue forze abbiano preso d'assalto l'ospedale al Amal a Khan Younis o che abbiano ordinato alle persone all'interno di evacuare sotto la minaccia delle armi, come dichiarato martedì dalla Mezzaluna rossa palestinese. L'organizzazione umanitaria ha riportato su X che i carri armati israeliani stazionavanonel cortile dell'ospedale mentre le forze israeliane sparavano munizioni e granate fumogene contro gli sfollati e il personale.

Anche il principale ospedale della città e il più grande ancora attivo in tutta la Striscia, quello di Nasser, è in grave difficoltà, ha dichiarato il direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus

La struttura è solo "minimamente funzionante" e, sebbene lunedì l'Oms sia riuscita a consegnare alcune forniture mediche, deve far fronte alla carenza di importanti risorse: "Personale medico specializzato, medicinali, ossigeno, cibo, carburante e modi per smaltire i rifiuti solidi". 

Tedros ha anche riferito che martedì, a causa dei ritardi al posto di blocco, la folla ha assaltato il carico di cibo diretto all'ospedale, che ancora una volta non ha ricevuto la consegna. "Questo - ha detto Tedros - sottolinea l'assoluta disperazione della gente di Gaza, che vive in condizioni infernali, compresa la fame. Continuiamo a chiedere il permesso di consegnare il carburante all'ospedale". 

Piccoli passi nei negoziati

Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato all'agenzia di stampa Reuters che il gruppo sta studiando una nuova proposta di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi presentata dai mediatori - Stati Uniti, Egitto e Qatar - dopo i colloqui con Israele. A dimostrazione della serietà dei negoziati, il capo di Hamas Ismail Haniyeh ha annunciato un viaggio al Cairo per discuterne. 

Secondo quanto riferito, la proposta prevede una tregua in tre fasi, durante la quale il gruppo dovrebbe prima rilasciare i civili rimasti tra gli ostaggi catturati il 7 ottobre, poi i soldati e infine i corpi degli ostaggi uccisi.

Martedì sia Hamas che il Jihad islamico hanno ribadito che la condizione imprescindibile per il rilascio degli ostaggi è il ritiro totale delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza. Una posizione che si scontra con l'inamovibilità del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha ripetuto la sua promessa di non ritirare le truppe da Gaza fino alla "vittoria totale"

La risposta degli Stati Uniti all'attacco in Siria

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato di aver deciso come rispondere all'attacco contro una base di servizio statunitense che domenica ha ucciso tre militari e ne ha ferite altre decine al confine tra Siria, Giordania e Iraq. 

Biden non ha dettagliato la sua decisione, ma ha detto di non essere alla ricerca di una guerra più ampia in Medio Oriente. Gli Stati Uniti potrebbero optare per una risposta a più livelli che preveda "azioni multiple", ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, John Kirby

La dichiarazione del presidente USA è arrivata mentre la milizia esecutrice materiale dell'attacco - sostenuta dall'Iran, secondo Washington vero responsabile -, ha annunciato di aver sospeso le operazioni anti-statunitensi. Il gruppo, Kataib Hezbollah, ha dichiarato che la decisione è stata presa per evitare "imbarazzi" al governo iracheno.

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