Il giornalista statunitense è stato arrestato a marzo 2023 a Ekaterinburg durante un viaggio di lavoro. Gershkovich dovrà restare in carcere almeno fino al prossimo 31 marzo
Respinto il ricorso contro la detenzione di Evan Gershkovich: il giornalista del Wall Street Journal rimarrà in carcere in Russia. Un tribunale di Mosca ha comunicato venerdì che il 32enne nato a New York e cresciuto in New Jersey, dovrà restare nella prigione moscovita di Lefortovo almeno fino al prossimo 31 marzo.
L'accusa di spionaggio
Gershkovich era stato arrestato durante un viaggio di lavoro il 29 marzo 2023 a Ekaterinburg con l'accusa di spionaggio per conto degli Stati Uniti. L'imputazione è sempre stata negata dal reporter, così come dalla testata e dal governo di Washington.
Una corte di Mosca ha respinto tutti i ricorsi presentati dagli avvocati di Gershkovich: il giornalista, da anni in Russia, si pensa stesse lavorando a un articolo sulle operazioni del gruppo Wagner prima dell'arresto nella città della regione degli Urali.
Il primo corrispondente in Russia arrestato dalla Guerra Fredda
Il Servizio di sicurezza federale russo ha accusato Gershkovich di aver cercato di ottenere informazioni riservate su una fabbrica di armi russa. Il giornalista del Wall Street Journal è il primo corrispondente statunitense dai tempi della Guerra Fredda a essere detenuto in Russia con l'accusa di spionaggio.
Prima di lui, nel 1986, toccò a Nicholas Daniloff, corrispondente da Mosca per U.S. News and World Report. Daniloff fu rilasciato senza accusa venti giorni dopo in uno scambio con un impiegato sovietico della missione delle Nazioni Unite, arrestato dall'Fbi con l'accusa di spionaggio.
Nel 2018 è l'ex marine statunitense Paul Whelan a essere arrestato con l’accusa di spionaggio e condannato a 16 anni di carcere. Secondo L'Fsb, i servizi segreti russi, Whelan era in possesso di una chiavetta Usb contenenti informazioni riservate quali la lista dei nomi dei dipendenti di un’agenzia di intelligence russa.