In migliaia si sono dati appuntamento a Santiago de Compostela, in Galizia, contro la gestione da parte del governo locale dal disastro ambientale causato dai pellet di plastica riversatisi in mare e sulle spiagge
Quindicimila persone sono scese in piazza domenica a Santiago de Compostela, in Galizia, contro la gestione del governo locale del disastro ambientale dei pellet di plastica persi nell'Oceano Atlantico a dicembre. Da gennaio migliaia di palline di plastica hanno riempito le spiagge della comunità autonoma nel nord-ovest della Spagna.
Lo scorso 8 dicembre la nave Toconao della Maersk ha perso 6 container al largo di Viana do Castelo mentre si trovava in acque portoghesi. Uno dei container conteneva sacchi da 25 kg di pellet di plastica, di proprietà della società Bedeko Europe. Le forti correnti della zona dell’Atlantico hanno poi trasportato i pellet verso le Rías Baixas galiziane.
Tra i manifestanti anche i candidati dell'opposizione alle elezioni regionali galiziane, dai Socialisti al Blocco nazionalista galiziano, in programma per il prossimo 18 febbraio.
Il protocollo di emergenza per inquinamento marino è stato attivato dalla Xunta, il governo della Galizia, solo lo scorso 5 gennaio. Dopo giorni di polemiche tra esecutivo regionale e centrale, accusatisi a vicenda di non aver fatto nulla per far fronte alla situazione, il governo galiziano guidato dal popolare Alfonso Rueda ha poi innalzato l’allerta al livello 2 per permettere l’intervento dell’esecutivo statale.
La Procura spagnola ha aperto un'indagine sulla crisi ambientale, temendo che i pellet possano essere tossici e possano mettere a repentaglio la sicurezza alimentare.